Antropomorfico – Franco Cilia
Borgo Museo | Casa Paloscia 1975 – 2021
ITALIANO | English below
La vita
Franco Cilia nasce nel 1940 in Sicilia, a Ragusa. La sua ricerca fin dagli anni ‘60 affronta la frantumazione dell’Io e del rapporto dell’essere umano con il suo altro immateriale, cercando ciò che si muove dietro il visibile, esplorando sul piano linguistico le possibilità di simbiosi tra informale e figurativo. Così la sua scultura tenta di svela il mistero antropomorfo delle pietre della terra iblea, come espressione profonda e sotterranea dell’anima siciliana. L’arte di Cilia continua ad evolversi e negli anni ‘80 trova consensi a livello internazionale, da Madrid a Parigi, Lisbona, Copenaghen, Istanbul, São Paulo del Brasile, Città del Messico, etc... La sua ricerca si muove tra intimo e sociale, psichico e cosmico, mentre l’uso contemporaneo di diversi registri evidenzia una costante inquietudine che impedisce la fissazione della sua arte in moduli ripetitivi, in forte e ideologico contrasto con l’arte come decorazione o puro sperimentalismo: l’arte per Cilia è strumento di conoscenza. Le sue opere sono oggi presenti in musei pubblici e collezioni private di tutto il mondo. Nel frattempo, l’artista si è dedicato anche alla scrittura spaziando dalla narrativa al teatro.
La poetica
L'arte di Franco Cilia si sviluppa sia in pittura che in scultura. Nel primo periodo della sua produzione affronta temi soprattutto legati ai labirinti della psiche. Nella pittura, la sua ricerca si indirizza alla risoluzione della figura in elementi cromatici e dinamici; in molte sue opere il cielo diventa protagonista insieme ai suoi dinamismi di luce, fino alla dissolvenza delle forme e al prevalere del colore puro. Con la scultura invece cerca di scoprire l’essenza del reale, della sua terra, della Sicilia. L’artista è legato alla sua terra tanto fisicamente quanto idealisticamente, è legato alle pietre che scolpisce in modo naturale e a volte dipinge. Guardare una scultura o meglio un “sasso” di Cilia è un po' come vedere il volto di un contadino siciliano: caldo e aperto nei rapporti con il prossimo ma che si porta dietro la fatica di vivere. Quello di Cilia, può sembrare un realismo spietato, ma in realtà è solo veritiero, e come tale, non chiude il discorso sulla speranza umana, ma lo apre. Come afferma l'artista stesso, “il mondo è quello che è e nascondercelo non serve a nulla”.
L’opera a Castagno
Antropomorfico sulla parete laterale di Casa Paloscia a La Vigna fa parte del gruppo delle creative e originali pietre enigmatiche di Cilia. Anche questa pietra, come i due “sassi” presenti in paese tra le vie del Borgo Museo, reca tutti i segni della storia dell’amata terra dell’artista: la Sicilia dei fossili, delle necropoli, delle rovine greche, delle maschere della tragedia fatte però di pietra durissima, di miti antichi come quello dei Ciclopi e di racconti popolari siciliani. Cilia (pure nel suo cognome si sente la Sicilia) riesce a infondere nella pietra forata tutto questo, la cultura e l’anima della sua terra natia a cui è profondamente legato. I sassi della sua terra, le pietre dei muri a secco delle campagne di Ragusa e di frammenti rotolati a valle dai monti Iblei, di un calcare tenero, scolpite in volti indefiniti. Nella forma naturale scalfita come corrosa dagli agenti atmosferici o dal tempo, l’artista riesce a dar vita a tragiche figure umane dai tratti quasi bestiali ma anche ironici. Dal modo di trattare e lavorare la materia si percepisce il desiderio di ritrovare se stesso e le proprie radici in forme uniche. Il fascino sull’osservatore è indubbio.
Tra le sculture volute e collocate da Tommaso Paloscia per il Museo all’aperto di Castagno, ci sono ben due “sassi” di Franco Cilia in paese. Scopri di più leggendo la scheda sul Sasso antropomorfo e quella sul Sasso di Ragusa.
ENGLISH
Biography
Franco Cilia was born in 1940 in Sicily, in Ragusa. His research since the 1960s deals with the shattering of the ego and the relationship of the human being with his immaterial other, looking for what moves behind the visible, exploring the possibilities of symbiosis between informal and figurative on a linguistic level. Thus his sculpture attempts to reveal the anthropomorphic mystery of the stones of the Hyblean land, as a deep and underground expression of the Sicilian soul. Cilia's art continues to evolve and in the 80s it finds international acclaim, from Madrid to Paris, Lisbon, Copenhagen, Istanbul, São Paulo of Brazil, Mexico City, etc ... Her research moves between intimate and social, psychic and cosmic, while the contemporary use of different registers highlights a constant restlessness that prevents the fixation of his art in repetitive modules, in strong and ideological contrast with art as decoration or pure experimentalism: art for Cilia it is an instrument of knowledge. His works are now present in public museums and private collections all over the world. In the meantime, the artist has also dedicated himself to writing, ranging from fiction to theatre.
Philosophy
Franco Cilia's art develops both in painting and in sculpture. In the first period of his production he deals with themes mainly related to the labyrinths of the psyche. In painting, his research is aimed at resolving the figure into chromatic and dynamic elements; in many of his works the sky becomes the protagonist together with his dynamisms of light, up to the fading of forms and the prevalence of pure color. With sculpture, on the other hand, he tries to discover the essence of reality, of his land, of Sicily. The artist is linked to his land both physically and idealistically, he is linked to the stones that he carves in a natural way and sometimes paints. Looking at a sculpture or rather a "stone" of Cilia is a bit like seeing the face of a Sicilian farmer: warm and open in relationships with others but that brings with it the fatigue of living. Cilia's may seem a ruthless realism, but in reality it is only truthful, and as such, it does not close the discourse on human hope, but opens it. As the artist himself states, “the world is what it is and hiding it from us is useless”.
Artwork in Castagno
Antropomorfico (Anthropomorphic) on the side wall of Casa Paloscia in La Vigna is part of the group of creative and original enigmatic stones of Cilia. Even this stone, like the two "stones" present in the village between the streets of the Borgo Museo, bears all the signs of the history of the artist's beloved land: the Sicily of fossils, necropolis, Greek ruins, tragedy masks made, however, of very hard stone, of ancient myths such as that of the Cyclops and Sicilian folk tales. Cilia (even in his surname you can hear Sicily) manages to infuse all this into the pierced stone, the culture and soul of his native land to which he is deeply attached. The stones of his earth, the stones of the dry stone walls of the Ragusa countryside and of fragments rolled downstream from the Iblei mountains, of a soft limestone, carved into indefinite faces. In the natural form scratched as if corroded by atmospheric agents or time, the artist manages to give life to tragic human figures with almost bestial but also ironic features. From the way of treating and working the material, one perceives the desire to find oneself and one's roots in unique forms. The fascination on the observer is undoubted.
Among the sculptures commissioned and placed by Tommaso Paloscia for the open-air museum of Castagno, there are two "stones" by Franco Cilia in the town. Find out more by reading the info sheet on Sasso antropomorfo and the one on Sasso di Ragusa.