Febbraio – Giuseppe Gavazzi
Borgo Museo | Affreschi 1975
ITALIANO | English below
La vita
Giuseppe Gavazzi nasce a Marcoussis, in Francia, nel 1936 da genitori toscani emigrati. Nel 1940 torna a Pistoia, e dieci anni più tardi entra all’Istituto d’Arte “Policarpo Petrocchi” dove studia fino al 1954. Da buon toscano fonda la sua arte nella pratica del disegno, dimostrando una spiccata capacità nel dare espressività e naturalezza alle figurazioni. La sua attività artistica ottiene presto favorevoli riscontri, tanto in Italia quanto all’estero, dove partecipa a importanti mostre d’arte come quelle a Basilea, Zurigo e l’esposizione al Grand Palais di Parigi. Col tempo si specializza nella pittura murale e sviluppando con passione questa tecnica inizia l’attività di restauratore nella bottega di Leonetto Tintori, intraprendendo un’impegnativa carriera che lo porta ad essere considerato uno dei più stimati specialisti del settore. Fra i suoi più importanti interventi ricordiamo quelli sul ciclo del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, sulla Maestà di Simone Martini e sugli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova. In parallelo al complesso lavoro di restauro, non smette mai comunque di produrre le sue opere d’arte.
La poetica
Contemporaneamente alla sua crescita professionale come restauratore, Gavazzi continua ad esercitare l’arte della pittura e non solo: dalla metà degli anni ‘50 si cimenta anche nella scultura, utilizzando in particolare la pietra per eseguire figurazioni a bassorilievo e statue a tutto tondo. Passa poi all’intaglio di figure in legno, sempre presentate con accurate patinature, e verso la metà degli anni ‘60 giunge a plasmare anche l’argilla, per ottenere opere in terracotta, le prime delle quali terminava soltanto con coloriture monocrome mentre in seguito cura maggiormente la finitura con colori naturalistici, trovando in questa tecnica il mezzo espressivo più congeniale. Ottiene risultati di pari intensità anche con la modellazione dello stucco forte e con l’intaglio del legno, al quale torna con frequenza dalla fine degli anni ‘80. Sperimenta infine anche la tecnica del marmo e del bronzo, oltre a coltivare anche l’incisione. Il suo ricco e prolifico percorso dimostra quanto la sua intera e intensa vita sia stata dedicata completamente all’arte.
L’opera a Castagno
Tra i dodici affreschi sparsi per le vie del borgo, quello dedicato al mese di Febbraio porta la firma del Gavazzi pittore. Una madre e un figlio stretti in un abbraccio, dietro loro un paesaggio rurale d’inverno che fa sembrare quel gesto fisico un atto d’amore che riscalda e protegge dal freddo attorno. L’artista, pittore o sculture, è solito ritrarre soggetti con lineamenti semplici, morbidi, rotondeggianti: i due volti qui sembrano quasi sferici. Gli occhi, i nasi e le bocche sono elementi ben delineati ma anch’essi definiti da tratti essenziali. Così come il paesaggio invernale sullo sfondo, appena accennato: un paio di alberi spogli, due sagome di animali, i monti lontani. I colori, freddi, tipici di un panorama di febbraio. La “maternità” qui dipinta ci collega immediatamente alla “maternità” scultorea (e viceversa) che incontriamo in piazzetta (volgendo lo sguardo in alto): proprio per gli stessi lineamenti rotondi e tratti morbidi si riconosce subito l’artista. Cambia la tecnica, cambia il materiale, il pittore diventa scultore. Resta però lo stile.
Di Gavazzi a Castagno sono presenti ben altre due opere: la famosa composizione scultorea intitolata Maternità e il gattino che si affaccia dalle finestre “del vecchio ristorante” sulla piazzetta cuore del borgo e La Meridiana dipinta sulla facciata di Casa Paloscia. Scopri di più leggendo le relative schede.
ENGLISH
Biography
Giuseppe Gavazzi was born in Marcoussis, France, in 1936 to Tuscan emigrant parents. In 1940 he returned to Pistoia, and ten years later he entered the "Policarpo Petrocchi" Art Institute where he studied until 1954. As a good Tuscan he founded his art in the practice of drawing, demonstrating a strong ability to give expressiveness and naturalness to the figurations. His artistic activity soon obtained favourable feedback, both in Italy and abroad, where he participated in important art exhibitions such as those in Basel, Zurich and the exhibition at the Grand Palais in Paris. Over time he specialised in mural painting and developing this technique with passion, he began his activity as a restorer in Leonetto Tintori's workshop, undertaking a demanding career that led him to be considered one of the most respected specialists in the sector. Among his most important interventions we remember those on the cycle of Good and Bad Government by Ambrogio Lorenzetti, on the Majesty by Simone Martini and on Giotto's frescoes in the Scrovegni Chapel in Padua. In parallel with the complex restoration work, he never stops producing his works of art.
Philosophy
At the same time as his professional growth as a restorer, Gavazzi continued to practice the art of painting and more: from the mid-1950s he also tried his hand at sculpture, in particular using stone to perform bas-relief figurations and statues in the round. He then moved on to carving wooden figures, always presented with accurate patinations, and in the mid-1960s he also came to shape clay, to obtain works in terracotta, the first of which ended only with monochromatic colours while later he takes greater care of the finish with naturalistic colours, finding in this technique the most congenial means of expression. He also obtains results of equal intensity with the modelling of strong stucco and with wood carving, to which he returns frequently since the late 1980s. Finally, he also experiments with the technique of marble and bronze, as well as cultivating engraving. His rich and prolific career demonstrates how his entire and intense life was completely dedicated to art.
Artwork in Castagno
Among the twelve frescoes scattered through the streets of the village, the one dedicated to the month of February (Febbraio) bears the signature of the painter Gavazzi. A mother and child tight in an embrace, behind them a rural winter landscape that makes that physical gesture seem like an act of love that warms and protects from the cold around. The artist, painter or sculptor, usually portrays subjects with simple, soft, rounded features: the two faces here seem almost spherical. The eyes, noses and mouths are well defined elements but also defined by essential features. As well as the winter landscape in the background, just hinted at: a couple of bare trees, two silhouettes of animals, the distant mountains. The colours, cold, typical of a February landscape. The "motherhood" painted here immediately connects us to the sculptural "motherhood" (and vice versa) that we meet in the square (looking up): the artist is immediately recognised by the same round features and soft lines. He changes the technique, the material changes, the painter becomes a sculptor. But the style remains.
There are two other works by Gavazzi in Castagno: the famous sculptural composition entitled Maternità e il gattino that looks out from the windows of the “old restaurant” onto the small square in the heart of the village and La Meridiana painted on the facade of Casa Paloscia. He finds out more by reading the relevant cards.