La Meridiana – Giuseppe Gavazzi
Borgo Museo | Casa Paloscia 1975 – 2021
ITALIANO | English below
La vita
Giuseppe Gavazzi nasce a Marcoussis, in Francia, nel 1936 da genitori toscani emigrati. Nel 1940 torna a Pistoia, e dieci anni più tardi entra all’Istituto d’Arte “Policarpo Petrocchi” dove studia fino al 1954. Da buon toscano fonda la sua arte nella pratica del disegno, dimostrando una spiccata capacità nel dare espressività e naturalezza alle figurazioni. La sua attività artistica ottiene presto favorevoli riscontri, tanto in Italia quanto all’estero, dove partecipa a importanti mostre d’arte come quelle a Basilea, Zurigo e l’esposizione al Grand Palais di Parigi. Col tempo si specializza nella pittura murale e sviluppando con passione questa tecnica inizia l’attività di restauratore nella bottega di Leonetto Tintori, intraprendendo un’impegnativa carriera che lo porta ad essere considerato uno dei più stimati specialisti del settore. Fra i suoi più importanti interventi ricordiamo quelli sul ciclo del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, sulla Maestà di Simone Martini e sugli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova. In parallelo al complesso lavoro di restauro, non smette mai comunque di produrre le sue opere d’arte.
La poetica
Contemporaneamente alla sua crescita professionale come restauratore, Gavazzi continua ad esercitare l’arte della pittura e non solo: dalla metà degli anni ‘50 si cimenta anche nella scultura, utilizzando in particolare la pietra per eseguire figurazioni a bassorilievo e statue a tutto tondo. Passa poi all’intaglio di figure in legno, sempre presentate con accurate patinature, e verso la metà degli anni ‘60 giunge a plasmare anche l’argilla, per ottenere opere in terracotta, le prime delle quali terminava soltanto con coloriture monocrome mentre in seguito cura maggiormente la finitura con colori naturalistici, trovando in questa tecnica il mezzo espressivo più congeniale. Ottiene risultati di pari intensità anche con la modellazione dello stucco forte e con l’intaglio del legno, al quale torna con frequenza dalla fine degli anni ‘80. Sperimenta infine anche la tecnica del marmo e del bronzo, oltre a coltivare anche l’incisione. Il suo ricco e prolifico percorso dimostra quanto la sua intera e intensa vita sia stata dedicata completamente all’arte.
L’opera a Castagno
Con la sapiente tecnica dell’affresco di cui è magistralmente un maestro, Gavazzi ha realizzato una particolare versione di meridiana sulla facciata di Casa Paloscia a La Vigna, proprio sopra la porta d’ingresso dell’abitazione. L’immagine scelta è chiaramente un omaggio al paese di Castagno: al centro troviamo la raffigurazione di un albero che ricorda proprio la chioma espansa e rotondeggiante della Castanea Sativa, ovvero del Castagno Europeo. Un simbolo ricco di storia e significato per il territorio ma non solo: secondo una diffusa tradizione popolare, il Castagno è anche simbolo di protezione, poiché intorno a esso trovano riparo (e cibo) tutti gli esseri umani. E lo sanno molto bene i castagnoli, come si racconta nel Libro Guida Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia: l’albero di castagno è stato per molto tempo una risorsa fondamentale per la sopravvivenza di ogni famiglia del paese. Come in tante altri parti appenniniche d’Italia, anche qui è stato “l’albero del pane”. Rappresentato così, come meridiana, sopra l’ingresso di casa, sembra dunque essere un elemento quasi apotropaico e di tutela verso i suoi abitanti.
Di Gavazzi a Castagno sono presenti ben altre due opere in paese: l’affresco Febbraio e la famosa composizione scultorea intitolata Maternità e il gattino che si affaccia dalle finestre “del vecchio ristorante” sulla piazzetta cuore del borgo. Scopri di più leggendo le relative schede.
ENGLISH
Biography
Giuseppe Gavazzi was born in Marcoussis, France, in 1936 to Tuscan emigrant parents. In 1940 he returned to Pistoia, and ten years later he entered the "Policarpo Petrocchi" Art Institute where he studied until 1954. As a good Tuscan he founded his art in the practice of drawing, demonstrating a strong ability to give expressiveness and naturalness to the figurations. His artistic activity di lui soon obtained favourable feedback, both in Italy and abroad, where he participated in important art exhibitions such as those in Basel, Zurich and the exhibition at the Grand Palais in Paris. Over time he specialised in mural painting and developing this technique with passion, he began his activity as a restorer in Leonetto Tintori's workshop, undertaking a demanding career that led him to be considered one of the most respected specialists in the sector. Among his most important interventions by him we remember those on the cycle of Good and Bad Government by Ambrogio Lorenzetti, on the Majesty by Simone Martini and on Giotto's frescoes in the Scrovegni Chapel in Padua. In parallel with the complex restoration work, he never stops producing his works of art.
Philosophy
At the same time as his professional growth as a restorer, Gavazzi continued to practice the art of painting and more: from the mid-1950s he also tried his hand at sculpture, in particular using stone to perform bas-relief figurations and statues in the round. He then moved on to carving wooden figures, always presented with accurate patinations, and in the mid-1960s he also came to shape clay, to obtain works in terracotta, the first of which ended only with monochromatic colours while later he takes greater care of the finish with naturalistic colours, finding in this technique the most congenial means of expression. He also obtains results of equal intensity with the modelling of strong stucco and with wood carving, to which he returns frequently since the late 1980s. Finally, he also experiments with the technique of marble and bronze, as well as cultivating engraving. His rich and prolific career demonstrates how his entire and intense life was completely dedicated to art.
Artwork in Castagno
With the skilful fresco technique of which he is masterfully a master, Gavazzi created a particular version of the sundial on the facade of Casa Paloscia in La Vigna, right above the entrance to the house. The image chosen is clearly a tribute to the town of Chestnut: in the center we find the representation of a tree that recalls the expanded and rounded crown of Castanea Sativa, or the European Chestnut. A symbol rich in history and meaning for the territory but not only: according to a widespread popular tradition, the chestnut is also a symbol of protection, since all human beings find shelter (and food) around it. And chestnuts know it very well, as it is told in the Guide Book Castagno di Piteccio - the museum village of Pistoia: the chestnut tree has been for a long time a fundamental resource for the survival of every family in the town. As in many other Apennine parts of Italy, here too it was "the bread tree". Represented in this way, as a sundial, above the entrance to the house, it therefore seems to be an almost apotropaic element of protection towards its inhabitants.
By Gavazzi in Castagno there are two other works in the village: the Febbraio (February) fresco and the famous sculptural composition entitled Maternità e il gattino (Maternity and the kitten) that looks out from the windows of "the old restaurant" onto the small square in the heart of the village. Find out more by reading the related sheets.