Castagno di Piteccio

Ma che valore ha il lavoro culturale?

Testo: Elena Mazzoni Wagner | Foto: Rachele Salvioli e Francesco Poli

Tre anni di #BorgoMuseo! Il progetto di rigenerazione a base culturale ideato e curato da CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, in un articolo per riflettere sul valore sociale ed economico del lavoro culturale. Buona lettura, CdP staff

Oggi a Castagno di Piteccio si possono contare ben 66 opere d’arte. Per contarle tutte è necessario guardarsi bene attorno, e da cielo a terra: alcune si affacciano alle finestre, altre si nascondono tra i cespugli, altre ancora ti sorprendono dietro l’angolo o si fanno notare solo se fai molta attenzione a dove metti i piedi!

Per “leggerle”, conoscerne l’artista e la sua relazione con Castagno, da dicembre 2021 è possibile accedere all’Archivio Digitale su www.castagnodipiteccio.it tramite il QR code presente su ogni targhetta e collegato alla scheda dell’opera. Che senso ha la collezione di un museo se le sue opere non sono fruibili, studiate, conservate, raccontate, condivise, vissute? Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia, ha quindi messo a disposizione di chiunque e ovunque il suo patrimonio artistico, con il desiderio di creare attorno a sé una comunità glocale ancora più ampia e partecipe, e la consapevolezza di lasciare uno strumento prezioso a chi in futuro vorrà continuare a prendersi cura di questo Museo all’aperto e diffuso, che oggi è un po’ più di tuttə!

Dal libro guida al festival

Tre anni fa, Castagno di Piteccio andava online e diventava social! Ma il lavoro di CCT-SeeCity (guidezine: www.cct-seecity.com | studio: www.cct.world) per la Pro Loco di Castagno è iniziato prima (nel 2017/2018) partendo dallo studio del territorio e nello specifico da una tesi di laurea diventata un progetto editoriale. L’intento, quello di cercare, raccogliere ed evidenziare le risorse esistenti ma sino ad allora trascurate, sottoutilizzate o ignorate, per creare una trama nuova e fertile, una rete interconnessa di segni e storie, tracce e percorsi. L’analisi è stata tradotta in un prodotto editoriale prendendo spunto dal concetto di atlante: partire da un rilevamento storico e geografico, osservare il paesaggio dall'alto, individuarne significati contemporanei; allo stesso tempo, interagire con il luogo attraverso visite ed escursioni, ricerche e documentazioni, incontri e interviste agli abitanti. È nato così un libro che rivela il borgo museo di Pistoia proponendosi come mediazione creativa, come guida per chi vuole/deve prendersi cura del territorio, per una valorizzazione strategica del paese e lo sviluppo di un turismo lento. Ma anche, naturalmente, per chi ha la semplice curiosità di avvicinarsi in qualità di cittadino o viaggiatore. Da qui, dal Libro Guida ‘Castagno di Piteccio - Il borgo museo di Pistoia’, realizzato da Erika Mazzoni Wagner e pubblicato da CCT-SeeCity, il CdP staff (gruppo di lavoro coordinato da CCT) ha iniziato a pianificare e sviluppare sia la comunicazione (in particolare la narrazione digitale) che la progettazione culturale. Così, il 19 febbraio 2019, Castagno di Piteccio è andato online con un sito web, è diventato social con una pagina Facebook, un gruppo Facebook, un profilo Instagram e due hashtags di riferimento: #CastagnoDiPiteccio e #BorgoMuseo. Per la stagione eventi, CCT ha invece ideato e organizzato una serie di attività raccolte in tre format principali: Castagno di Maggio – percorsi lenti; Borgo Museo Festival; Residenza d’Artista.

Ed ecco che è nato un nuovo centro culturale per chi ama l’arte e la natura, in grado di avvicinare la città alla montagna e viceversa, ecco il Borgo Museo di Pistoia.

La valorizzazione del territorio ed il valore del lavoro culturale

Secondo l’art. 6 del Codice dei Beni Culturali del 2004, la valorizzazione “consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso”. Come spiega Mi Riconosci? nel libro Oltre la grande bellezza. Il lavoro nel patrimonio culturale italiano, “secondo il Codice e l’intera tradizione legislativa italiana, i beni culturali sono considerati tali non perché belli oppure utili economicamente, ma perché servono a preservare la memoria e a testimoniare il passaggio dell’uomo sulla Terra con l’obiettivo di creare così un’identità condivisa. Ogni testimonianza culturale, avente valore di civiltà, per continuare a raccontare alle future generazioni la propria storia deve essere viva e vissuta. La testimonianza rimane viva se tutelata e, di conseguenza, riesce a comunicare la sua storia se è anzitutto resa fruibile e in secondo luogo valorizzata.”

In tre anni di lavoro, CCT-SeeCity ha fatto riscoprire alla città di Pistoia l’esistenza di un Borgo Museo nel proprio comune. Nel 2017, Pistoia Capitale Italiana della Cultura, nessuno ha visitato Castagno di Piteccio. Nessuno sapeva o si ricordava del suo Museo all’aperto. Poi cos’è successo? CCT ha iniziato a raccontarlo e così a farlo conoscere a cittadini e viaggiatori. Ha costruito un’identità territoriale e attorno a questa una comunità glocale. In tre anni, il sito web di Castagno ha ricevuto oltre 27.300 visite (≈25 al giorno) da tutta Italia (62,5%) e dal resto del Mondo. La I edizione del Borgo Museo Festival, nel 2019, ha registrato oltre 700 persone in 1 solo giorno. Poi la pandemia ma CCT non ha smesso di lavorare e la II edizione, nel 2021, è stata un successo di 4 giorni. Oggi, per testate nazionali come Sky TG24, Castagno è tra i paesi dipinti d’Italia; il Borgo Museo è caso studio in un manuale di Marketing per Eventi Culturali; lə Castagnolə si danno appuntamento su WhatsApp per riparare steccati o brindare insieme sotto l’albero di Natale.

Con il lavoro culturale, CCT-SeeCity ha acceso una nuova consapevolezza collettiva che si è trasformata in partecipazione, attivando dinamiche virtuose promosse anche dal basso, come nel caso del restauro, ad esempio. In tre anni, 18 opere d’arte sono diventate oggetto di restauro. Allo stesso tempo, attraverso la Call for Artists, sono state raccolte oltre 260 candidature da tutto il mondo e così la collezione è cresciuta da 42 a 66 opere, in parte col progetto di Residenza (che in due edizioni ha coinvolto 12 artistə internazionali) e in parte con donazioni. Nel frattempo, il numero delle artiste donne presenti con un’opera è cresciuto da 2 a 15. E proprio grazie alla scultura di una artista (o meglio di una scoperta a riguardo), il Borgo Museo è stato il primo (e forse è ancora l’unico) museo nel Comune di Pistoia ad aver aderito alla rete Uffizi Diffusi: durante la ricerca per la schedatura, si è scoperto che il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi conserva il disegno preparatorio de L'Unione di Diana Baylon realizzata per il Museo all'aperto di Castagno nel 1977. Questo il motivo della visita del Direttore Eike Schmidt in occasione del Borgo Museo Festival 2021.

In soli tre anni e con una pandemia nel mezzo, questo borgo dimenticato è diventato amato in Italia e all’estero. Non è solo un caso se: nell’ultimo anno sono stati venduti almeno tre immobili in paese, di cui due con importanti dimensioni, presto appartamenti da abitare o affittare; alla mail arrivano richieste di chi cerca alloggio per trascorrerci la prossima estate oppure consigli su cosa visitare nei dintorni durante il soggiorno già fissato per Capodanno; l’Assessorato al Turismo auspica l’apertura di un bar/ristorante; a ottobre 2021, il Comune di Pistoia ha partecipato a Buy Tuscany, l’evento organizzato da Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica, proponendo tra le esperienze del proprio territorio anche il Borgo Museo e ottenendo l’interesse di almeno una decina di buyers da tutto il mondo. [Bene MA che il turismo sia lento, in armonia con l’ambiente e la comunità abitante. E che il valore collettivo di un bene comune non finisca ai privati.]

Non è forse solo un caso se da quest’anno 2022, ovvero dalla XIII edizione, i Dialoghi sull’Uomo si chiameranno Dialoghi di Pistoia: nel 2019 e 2021, il Borgo Museo Festival ha promosso i Dialoghi sulla Donna proprio in risposta ai Dialoghi cittadini, invitando professioniste di vari ambiti (dall’antropologia alla sociolinguistica, dall’arte alla narrazione, dalla giurisprudenza alla demografia, dalla biologia alla filosofia, etc…) a confrontarsi col pubblico su temi fondamentali per la costruzione di una società più femminista intersezionale, dunque più giusta, accogliente e inclusiva, in cui le differenze possano convivere in pace. “Piccole semine che poi germogliano rigorose in tutto il territorio. Grazie, Carolina” – ha commentato in merito una cittadina, ringraziando per il lavoro culturale di CCT-SeeCity al Borgo Museo.

Ma che valore ha il lavoro culturale? Come racconta perfettamente Mi Riconosci? nel libro già citato, il lavoro nel patrimonio culturale italiano non è riconosciuto. In Italia, per la società e per la politica, non è una cosa seria. Infatti, la gestione dei beni culturali si basa su sfruttamento e volontariato. Serve un cambiamento radicale. Serve riconoscere il valore sociale ed economico del lavoro culturale. Prima dei “grandi attrattori culturali” tanto cari a PNRR e MiC, serve investire su risorse umane competenti per valorizzare cultura e territorio, creare comunità e cittadinanza. Chiunque abbia il dovere e privilegio di decidere, scelga di valorizzare il lavoro professionale che si prende cura del nostro patrimonio culturale ovvero del bene e benessere comune.

“Il patrimonio culturale è il luogo dei diritti fondamentali della persona, uno spazio che non può piegarsi alla logica del profitto, perché deve servire i cittadini.” - Mi Riconosci?

“Il patrimonio culturale è la parte più pregiata dello spazio pubblico, cioè dello spazio dove non si è né sudditi, né clienti, né consumatori, bensì cittadini.” - Tomaso Montanari

E per te, cos’è il patrimonio culturale?

Le nuove opere d'arte nel Borgo Museo di Pistoia, 2021 - Foto & Video

A due anni di distanza dalla prima Residenza d’Artista, quest’estate 2021 Castagno di Piteccio ha nuovamente ospitato sei artistə internazionalə, selezionatə dal Comitato Scientifico del Borgo Museo su oltre 110 candidature raccolte da tutto il mondo attraverso la CALL for Artists.

LE FOTO

Abbiamo inaugurato le loro opere il 18 e 19 settembre, con due giornate di percorsi lenti tra arte e natura che vi abbiamo già raccontato in una bellissima fotogallery a cura di Rachele Salvioli pubblicata sul sito all’interno dell’articolo intitolato “Castagno di Piteccio, da museo all'aperto a museo diffuso!”.

Clicca qui per sfogliare la fotogallery completa

IL VIDEO

Qui di seguito invece ricordiamo l’inaugurazione e quindi l’evento conclusivo della Residenza d’Artista 2021 con 2 minuti e 45 secondi di video realizzato dal nostro Patrizio Piscitelli, una breve sintesi con la quale ci auguriamo di incuriosirvi e invitarvi tuttə a venire, tornare, ritornare a visitare il Borgo Museo di Pistoia!

LE SCHEDE

Intanto, sempre online, potete fare la conoscenza di Bianca Lugmayr (Austria), Christina Gschwantner (Austria), Davide Tagliabue (Italia), Nina Urlichs (Germania), Victoria DeBlassie & Connor Maley (Stati Uniti d’America) leggendo sul nostro sito le schede in cui per ogni artista trovate una sintesi de La vita - La poetica - L’opera a Castagno:

(A questo proposito, vi anticipiamo che stiamo completando il lavoro di schedatura per tutte le opere del Borgo Museo, altro progetto che vi presenteremo prossimamente!)


IL PROGETTO

La Residenza d’Artista 2021 (alla seconda edizione e come la prima) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia

Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano di cuore lə Castagnolə ovvero lə abitanti di Castagno! 

CdP staff

www.castagnodipiteccio.it 

Le artiste del Borgo Museo di Pistoia: ne parliamo con la scultrice Franca Frittelli. Partecipa!

Dal 1975 (anno della sua fondazione) al 2004, il Museo all'aperto di Castagno ha ereditato 42 opere d’arte. Dal 2005 al 2018, il museo è rimasto fermo. Nel 2019, è rinato grazie al progetto di rigenerazione a base culturale “Borgo Museo” (a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno) ed oggi (dal settembre 2021) conta ben 66 opere d’arte. Alcune di queste si trovano “oltre le mura”: nel 2020 è stato infatti avviato un piano di diffusione del museo dal cuore del paese al paesaggio attorno, con l’intenzione di creare nuovi percorsi lenti tra arte e natura, come quello che porta a Casa Paloscia e alla piazzetta delle artiste donne o quello disegnato con la Residenza d’Artista 2021 che arriva alla Stazione di Castagno e al bosco…

E a proposito di artiste donne: da solo due artiste (Chiara Coda e Diana Baylon) presenti con le loro opere nel Museo all’aperto di Castagno (in quella che è stata nominata la via delle artiste donne), oggi ne contiamo almeno quindici!

Di questo aspetto in particolare ne parliamo giovedì 28 ottobre 2021 insieme alla scultrice e docente di storia dell’arte Franca Frittelli che - con l’associazione La Torre di cui è presidente presso il Parco delle Sculture La Giunca a Rosignano Marittimo (Livorno) in Toscana - si occupa di cultura di genere e arte al femminile curando vari eventi e progetti sul tema.

LE ARTISTE DEL BORGO MUSEO DI PISTOIA è l’argomento del prossimo incontro online organizzato da Franca Frittelli (presente a Castagno con la scultura Venere del 2000) insieme a Ilenia Vecchio (storica dell’arte) ed Elena Mazzoni Wagner (progettista culturale) del CdP staff. L’incontro è gratuito e aperto a tuttə, basta un clic (qui: https://us02web.zoom.us/j/85274583104).

Ricapitolando, ti invitiamo a questo incontro:

  • Argomento: Le artiste del Borgo Museo di Pistoia

  • Con: Franca Frittelli, Ilenia Vecchio, Elena Mazzoni Wagner

  • Quando: giovedì 28 ottobre 2021, dalle ore 17:45

  • Dove: online, su Zoom, al link https://us02web.zoom.us/j/85274583104

  • Passcode: 638983

Ti aspettiamo! CdP staff

Una recensione a sorpresa!

Qualche giorno fa, la redazione di CCT-SeeCity ha ricevuto una mail con oggetto “Castagno” e il seguente messaggio:

Salve, mi sono imbattuta per caso nella vostra "guida" di Castagno di Piteccio. Mi è piaciuto molto il progetto grafico e l'approccio originale. Mi sono fatta guidare nella lettura dalle storie che avete raccontato e ne è uscita una sorta di recensione, ve la invio. Complimenti, Maria Camilla

In allegato c’era quindi la spontanea e accurata recensione di Maria Camilla Pagnini che pubblichiamo sul nostro sito (qui di seguito) con vera gioia e gratitudine, per condividerla con tutti/e voi!

ATTENZIONE! Ne approfittiamo per ricordare che è sempre possibile ordinare una copia del Libro Guida “Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia” inviando una mail a castagnodipiteccio@gmai.com.

GRAZIE di cuore Maria Camilla e buona lettura a tutti/e! CdP staff


Castagno di Piteccio. Il borgo museo di Pistoia

Erika Mazzoni Wagner
F.to 18x 13 cm, ill. pp. 155 con quattro mappe piegate, CCT-SeeCity Guidebook, 2019

La scelta di comunicare l'essenza di un borgo di montagna, quale Castagno di Piteccio, stazione climatica sita a 500m sul livello del mare, come ricorda l'immagine di chiusura del volume, è una scelta coraggiosa. Lo scopo dichiarato del lavoro è quello di costruire uno storytelling che vada oltre la narrazione, alla ricerca di risorse naturalistiche, culturali e ambientali da connettere per “creare una trama nuova (...) una rete interconnessa di segni e storie” di un piccolo paese che ha come dimensione caratteristica quella del silenzio. Nella prefazione (pp. 9-11) l'autrice propone il volume come una “mediazione creativa” capace di rivelare il borgo-museo; non si tratta quindi di una guida turistica in senso tradizionale, si propone già nel formato, che ricorda quello medium della moleskine come supporto personale di un ipotetico visitatore che lo porti in tasca, camminando tra le stradine lastricate del paese, in cerca di stati d'animo.

Superata brillantemente la dimensione erudita che molto spesso è il fine di questo tipo di pubblicazioni, Erika Mazzoni Wagner stabilisce i capisaldi della storia urbanistica (pp. 13-70) del paese di Castagno le cui case sono state arricchite nel tempo da opere d'arte affidate a molti artisti tra cui Antonio Bueno, Fabio de Poli, Jorio Vivarelli, per farsi guidare anche attraverso i percorsi storici verso i luoghi notevoli attorno ai quali si è addensata la storia del Borgo: il castello, la chiesa, le abitazioni dei carbonai e dei taglialegna e il tratto della ferrovia costruita nel XIX secolo per attraversare l'Appennino e unire Pistoia a Bologna.

Il contrappunto di questo racconto sono mappe, fotografie, grafici e citazioni tratte da narrazioni storiche che l'autrice ha selezionato anche per il loro sapore di testimonianza facendole assurgere al ruolo di illustrazioni grazie anche al progetto grafico che ne fa delle icone. La costruzione della stazione ferroviaria del Castagno (1960) e l'istituzione del “Premio Castagno nazionale di pittura” (1971) sono due momenti descritti come fondanti nella storia recente del Borgo. Le tappe del Premio e le opere realizzate dagli artisti in vari luoghi del paese (12 affreschi e 30 sculture) sono ripercorse nella loro scansione temporale e contrappuntate da una rassegna stampa che assume essa stessa valore grafico.

La lettura del territorio e della popolazione, unita alle istanze di valorizzazione e promozione del Borgo sono articolate in quattro percorsi tematici e costituiscono la sostanza delle mappe a corredo della pubblicazione. Arte, natura, archeologia industriale, vicinanza con il centro di Pistoia sono i focus scelti per “orientare l'identificazione (del visitatore), per riuscire a stabilire una relazione con l'ambiente circostante”. La seconda parte del volumetto è costituita dall'Atlante (pp. 108-128) e dalle note fotografiche, oltre quaranta immagini che compongono una cospicua parte del lavoro e sono utili all'interpretazione dell'architettura del paesaggio. Erika Mazzoni Wagner ha scelto di illustrare percorsi d'acqua o viabilità di sapore certamente non “caratteristico”, ha proposto immagini in rigoroso bianco e nero dando una personalissima lettura di manufatti ed edifici appartenenti ad epoche assai diverse che costituiscono un paese che è “diventato tela di artisti”.

M. Camilla Pagnini


Castagno di Piteccio, da museo all'aperto a museo diffuso!

Testo: Elena Mazzoni Wagner - Foto: Rachele Salvioli

Con le nuove opere della Residenza d’Artista 2021, il Museo all’aperto di Castagno, fondato nel 1975 da Tommaso Paloscia, ha confermato la volontà di divenire un museo anche diffuso creando percorsi d’arte che escono dal borgo e conducono fuori “le mura” del paese, verso Casa Paloscia o la Stazione, ad esempio, verso i sentieri nel bosco, in direzione dei paesi attorno: pietre dorate che diventano tracce di un altro cammino, tende di lino ricamate che segnano un passaggio diverso, storie incise su legno e foglie che si fanno poesia, alberi che raccontano la complessa relazione tra natura e umanità.

Realizzate da Bianca Lugmayr (Austria), Christina Gschwantner (Austria), Davide Tagliabue (Italia), Nina Urlichs (Germania), Victoria DeBlassie & Connor Maley (Stati Uniti d’America) e inaugurate il 18/19 settembre 2021 - VEDI gallery fotografica a cura della nostra Rachele Salvioli qui di seguito - con due giornate di visite guidate insieme agli artisti e alle artiste, adesso - come tutte le altre opere del Borgo Museo di Pistoia - sono sempre qui per voi: per accogliere, sorprendere, far sostare e riflettere chiunque abbia il desiderio di vagare tra arte e natura e quindi di venire a Castagno di Piteccio - il Borgo Museo di Pistoia che oggi ospita una collezione di ben 66 opere d’arte! Cercarle può essere un gioco, trovarle una rivelazione, osservarle e percepire il loro dialogo con il territorio, un’emozione più unica che rara.

Il progetto di Residenza d’Artista 2021 (alla seconda edizione e come la prima) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia

Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano di cuore i/le Castagnoli/e ovvero gli/le abitanti di Castagno! 

CdP staff

www.castagnodipiteccio.it 

Castagno di Maggio 2021 - percorsi lenti tra giganti castagni secolari e tracce di archeologia industriale

Castagno di Piteccio, Pistoia - In programma, nelle domeniche di maggio, cinque passeggiate tra giganti castagni secolari e tracce di archeologia industriale. In collaborazione con CCT-SeeCity & Tuscany Hiking.

  • PASSEGGIATA _ Un percorso tra i boschi intorno a Castagno alla ricerca dei suoi giganteschi castagni secolari, raccogliendo nozioni di botanica e curiosità sulla natura, flora e fauna, che circonda il borgo. Inoltre, incontreremo tracce di una delle opere ingegneristiche più importanti dell’800: la Ferrovia Porrettana. La guida ci racconterà storia, tecnologia, curiosità di questa grande impresa.

  • ORARI _ Ore 9.00, ritrovo alla Stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e passeggiata nel bosco. Pranzo alla Pro Loco. Visita al Borgo Museo. Rientro a Pistoia col treno delle ore 15.53 (arrivo alle 16.14).

  • COSTO _ Iscrizione: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro.

  • PRANZO _ Pranzo alla Pro Loco su prenotazione con tre opzioni: 1) pranzo a tavola (se consentito dalle norme anti-covid): 15 euro; 2) cestino picnic: 10 euro; 3) cestino picnic: 8 euro. In alternativa, pranzo al sacco.

  • BORGO MUSEO _ Visita dopo pranzo con partenza alle ore 14.45 dalla Pro Loco: donazione libera.

  • OFFERTA SPECIALE _ Per i partecipanti, presso La Pro Loco, sarà possibile acquistare il Libro Guida “Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia” a soli 10 euro (invece di 15).

Caratteristiche del percorso:

  • Lunghezza percorso: 7 km.

  • Dislivello in salita: 300 m.

  • Tempo di percorrenza: 4 ore.

  • Adatto a tutti.

  • Età minima: 12 anni.

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Le date dei percorsi lenti ed entro quando iscriversi:

  1. Domenica 2 Maggio: iscrizione entro venerdì 23 Aprile

  2. Domenica 9 Maggio: iscrizione entro venerdì 30 Aprile

  3. Domenica 16 Maggio: iscrizione entro venerdì 7 Maggio

  4. Domenica 23 Maggio: iscrizione entro venerdì 14 Maggio

  5. Domenica 30 Maggio: iscrizione entro venerdì 21 Maggio

ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 15 persone per escursione. Per iscriversi è necessario inviare una mail a castagnodipiteccio@gmail.com con oggetto: Castagno di Maggio. Nella mail, indicare: nome e cognome, la data del percorso lento a cui si vuole partecipare, il numero dei partecipanti in caso di gruppo, e l’opzione pranzo preferita (1, 2, 3 o al sacco). Nella nostra risposta sarà comunicata la modalità di pagamento per confermare l’iscrizione.

NOTE IMPORTANTI - L’iscrizione dovrà avvenire entro almeno 10 giorni prima dalla data del percorso lento a cui si vuole partecipare. L’escursione sarà confermata con un minimo di 8 partecipanti. Nel caso in cui dovesse essere annullata per numero di iscritti insufficiente o causa maltempo o restrizioni di ragioni sanitarie (zona rossa) o per qualsiasi altro motivo che non dipende dal partecipante, la persona iscritta potrà decidere se partecipare ad un’altra data in programma oppure se essere rimborsata. COVID-19: si ricorda ai partecipanti che dovranno essere rispettare le distanze di sicurezza e l’obbligo di indossare la mascherina.

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PER INFO ED ISCRIZIONI:

Su e Giù per le “stanze” del Castagno - piccola guida emozionale

“SA’ ‘I CHE’?! c’è proprio bello qui al CASTAGNO” - si legge in una pagina di questa piccola guida emozionale che Cristina Rocchetta ha pubblicato nel 2008 e che oggi condivide qui, con tutte le persone che amano questo minuscolo immenso territorio.

Castagno di Piteccio ovvero “Il Castagno”, l’antico borgo arroccato su una dorsale della valle dell’Ombrone che prende il nome dai verdi castagni secolari che lo circondano, è lo scrigno che racchiuderà per sempre con dolci ricordi d’infanzia, parte di me.

Un libro realizzato frugando tra i ricordi di quando era bambina, poi ragazza, poi donna; un racconto fatto di sensazioni, dedicato ai suoi nonni e ai suoi genitori, e agli abitanti del Castagno “presenti e passati, che hanno saputo custodire l’anima di questi luoghi.” Sessanta pagine di pensieri e immagini che rievocano poetiche suggestioni che momenti trascorsi al Castagno - rifugio delle sue estati d’infanzia e adolescenza - hanno impresso nella memoria dell’autrice.

...ricordo il nascondino dietro i muri del Castagno, guardando le nuvole nel cielo, unico indizio del giorno che passava.

Un viaggio intimo che può essere quello di tutti/e, una storia che ci fa camminare per il borgo, su e giù, tra luoghi che sono stanze di ricordi mappate in una vera e propria piantina, stanze descritte con leggerezza e intensità insieme, con parole a volte in corsivo in quanto termini o espressioni della parlata locale, della montagna pistoiese. Le fotografie, alcune a colori, altre in bianco e nero, e i disegni, acquerelli o schizzi a china, illustrano stati dell’anima: in chi legge, possono svegliare emozioni e provocare nostalgia ma anche accendere nuovi desideri e avvicinare ad un mondo così, così come Castagno sa essere.

Un viaggio nella memoria più segreta, alla ricerca di un rapporto con le cose del mondo, fin dentro al silenzio dell’acqua, sino a fondere l’anima con il pensiero.


Qui per voi, da parte di Cristina, la sua piccola guida emozionale su Castagno, gratuitamente scaricabile (in formato pdf) con un semplice clic:

Buona lettura, o meglio, buon viaggio! CdP staff

Nota - Nella foto di copertina: scorcio di Castagno, acquerello di Cristina Rocchetta. Testi, foto ed impaginazione grafica di Cristina Rocchetta, finito di stampare nel luglio 2008


Cristina Rocchetta nasce a Bologna, laureata in architettura a Firenze, vive da qualche anno a Cesenatico. È autrice di varie pubblicazioni come La Certosa di Bologna, immortalità della memoria - Editrice Compositori (1998), coautrice di testi e fotografie in La Certosa di Bologna - Editrice Compositori (2001) e autrice di Ziznàtich ad cióta e ad cióra - Cesenatico (2006). Nel 2008 ha raccontato Castagno di Piteccio in una piccola guida emozionale: Su e Giù per le “stanze” del Castagno, da oggi gratuitamente scaricabile in formato pdf su www.castagnodipiteccio.it

Un paese per tornare la sera


Un paese per tornare la sera - La mostra di Pieralberto Luzzana al Borgo Museo di Pistoia

Una mostra a Castagno dedicata a Castagno, tenutasi dal 18 al 25 ottobre 2020 presso gli spazi della Pro Loco. Una serie di dipinti che l’artista Pieralberto Luzzana, castagnolo da qualche anno, ha realizzato negli ultimi tempi traendo ispirazione dal paese in cui ha scelto di abitare.

La mostra, ospitata dalla Pro Loco, è stata visitabile da domenica 18 (vernissage) e domenica 25 (finissage) ottobre in occasione delle Giornate FAI d'Autunno 2020. Per chi se la fosse persa e chi se la volesse rivedere, eccola qui (sopra) in una foto gallery a cura della nostra Rachele Salvioli; così potremo sempre tornare a vagare per i vicoli e le piazzette di Castagno attraverso queste pennellate! CdP staff

Un paese per tornare la sera - Pieralberto Luzzana MOSTRA.jpg

Chi è Pieralberto Luzzana? Prima di farvi leggere la sua biografia, ve lo raccontiamo con le parole del suo vicino di casa, e amico, il fumettista Riccardo Innocenti.

Una curiosità: i due, insieme al pittore Luciano Gelli, sono i tre artisti della Rive Gauche di Castagno (che vi avevamo presentato nel post Gli artisti della “Rive Gauche”).

Non è da tutti poter ammirare il muro della propria casa ritratto più e più volte, e poter scorgere, tra le pennellate, talvolta demonietti e vecchi mercanti che sembrano usciti dalla mente di Bruegel o Bosch, talvolta volti di donna o seducenti fate nude. Io ho questa fortuna da quando Pieralberto Luzzana ha deciso di venire a vivere nella casa di fronte alla mia, in quella che in paese era nota come “Casa delle Fate”.

Pieralberto Luzzana, pittore castagnolo, e già qui si potrebbe discutere… Certo sentendolo parlare, non si può non notare il suo accento, chiaramente orobico, che il lungo periodo vissuto a Novara non ha minimamente scalfito (e mi auguro resista anche alle contaminazioni toscane!) il quale rivela i suoi natali e la sua formazione, personale e culturale. Eppure Pieralberto è più Castagnolo di tutti noi, che qui ci siamo nati o, come me, ci siamo venuti a vivere, per scelta certo, ma partendo da non troppo lontano. Lui ha posto una distanza molto più ampia, fra il suo vivere quotidiano e suoi affetti, siano essi di sangue o di amicizia, quindi il suo sforzo è stato più deciso rispetto al nostro. Certo non ha fatto centinaia di chilometri per venire a vivere a Castagno! Chi l’ha mosso è stato l’Amore (che come si sa, “move il Sole e l’altre stelle”) per Sarah, quindi qualcuno potrà obiettare che poi non è stato uno sforzo così immane venire ad abitare in collina, ma anzi una scelta quasi irrinunciabile. Ma il punto non è questo, semmai ci interessa il fatto che lui e Sarah abbiano deciso di venire a vivere in questo borgo sperduto e quasi disabitato, e che nella terra Pieralberto abbia affondato le mani per piantare radici, aspettando quasi due anni per riprendere in mano pennelli e tavolozza. Due anni nei quali ha annusato l’aria, cercato di capire la gente, osservato i movimenti dei gatti, ma soprattutto del Sole sul muro di casa mia, che nel frattempo è stato rintonacato e dipinto di un verde veneziano il quale ha stimolato la sua fantasia a immaginare esserini invisibili rincorrere i camini che apparivano e sparivano seguendo il ciclo del Sole. Quando ha sentito il radicamento ben saldo ha cominciato a produrre prolificamente scorci di Castagno, quasi che questa nuova vita coincidesse con una nuova fase della sua pittura, perlomeno nei soggetti, con la riscoperta tra l’altro della pittura paesaggistica. In realtà non c’è una linea di demarcazione così netta, tant’è che Pieralberto spesso usa vecchi ritratti, sui quali raffigura dei paesaggi, fondendo le immagini e al tempo stesso il Pieralberto Castagnolo con quello precedente, stabilendo una continuità.

Le opere che possiamo ammirare oggi quindi non rappresentano un taglio col passato ma piuttosto una sua evoluzione, la tappa di un percorso iniziato da giovane apprendista presso lo zio pittore nel Bergamasco e continuato in tutti i suoi spostamenti, ricchi di suggestioni certo, ma che non lo hanno mai cambiato o plasmato in modo irreversibile, ma anzi gli hanno fornito un orizzonte narrativo più ampio. Questa mostra ospita anche alcune tavole a fumetti inedite realizzate in gioventù da Pieralberto. Quale occasione migliore per presentare un lavoro che si intitola “Un paese per tornare la sera” e che da il nome a questa mostra (non sto a dire quanto da autore di fumetti, questa cosa mi inorgoglisca!)? Pieralberto trae ispirazione anche dalla nona arte, una narrativa del tutto diversa dalla pittura che permette di raccontare storie in modo del tutto diverso. Non vorrei dilungarmi molto sui quadri presenti in questa mostra, perché rischierei di influenzare quello che è il percorso esplorativo del visitatore, in quanto ritengo la pittura di Pieralberto ricca di suggestioni che prima di parlare agli occhi, parlano alla mente e all’ anima, o a quel terzo occhio che ci permette di vedere o immaginare quella realtà nascosta alle tre dimensioni e la cui esistenza Pieralberto è bravissimo a suggerire. Non meravigliamoci quindi se scorgiamo in un’ombra, un animale inesistente relazionarsi con una donna invitante, o se dai tetti a noi familiari, appare il profilo di una gigantessa addormentata, lo stesso profilo che diventa spettro silvano che ci ammonisce oppure veglia su di noi. Commuoviamoci o sentiamoci rincuorati, nel vedere una fanciulla luminosa e piena di vita suonare il flauto, novella Hamelin, nel buio di fronte alla Chiesa, mentre una figura consumata dalla vita cerca di raggiungerla con le ultime forze di questo mondo.

È ora di cominciare il giro, da qualsiasi opera si scelga di farlo, avrà un senso compiuto, come quando un viaggiatore si abbandona nei vicoli di Castagno e trova sempre la strada per la chiesa o per la fontana. Spero di aver reso giustizia a questo artista e non solo per l’amicizia che mi lega a lui, ma veramente per l’incanto che provo nel guardare le sue opere, ben conscio del fatto che non mi perdonerà mai per aver fatto dipingere un murale sul muro di casa, togliendo quella campitura azzurra, per lui fonte di tante suggestioni!

Riccardo Innocenti, ottobre 2020


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Pieralberto Luzzana

Il pittore nel suo atelier a Castagno, in una fotografia dall’album “Borgo Museo Festival 2019”

PIERALBERTO LUZZANA nasce ad Alzano Lombardo (BG) il 21 settembre 1956. Viene trasportato nel mondo dell’arte dallo zio pittore Franco Luzzana, che riconoscendone le doti, lascerà in eredità al nipote un’impronta fondamentale dal punto di vista tecnico-artistico nell’ambito pittorico. Pieralberto si diploma presso il liceo artistico statale “Casorati di Novara”. Nel 1977 vince il primo premio alla quarta edizione del concorso di pittura della “Scuola delle Trasmissioni di Roma”; nel 1994 organizza la sua prima mostra personale a Vigevano (PV). Dopodiché partecipa a numerose mostre personali In tutto il nord Italia: Milano,Torino, Venezia, Bergamo, conseguendo il primo premio della critica alla “Mostra di pittura delle strutture Comunali” di Asti. Nel 1985 Pieralberto frequenta corsi di disegno e fumetto presso la scuola di grafica del Castello Sforzesco di Milano. A Pitigliano (GR), negli anni successivi frequenta corsi di modellazione e decorazione di ceramiche artistiche tenuti dal maestro Roberto Polidori. Nel 2004 partecipa, grazie al sostegno della Prefettura di Novara, alla realizzazione del progetto “Oblò-Cantieri d’arte”, laboratori d’arte, teatro e danza dedicato ai ragazzi dagli 11 ai 15 anni. Nel frattempo continuano ad essere numerose le sue mostre personali e nel 2010 vince il titolo di “Miglior pittore dell’anno” presso l’associazione culturale “La Riseria” di Novara. Nel 2017 l’Archivio d’arte Sgarbi inserisce nella raccolta “Gli artisti nella Collezione Sgarbi” due opere di Pieralberto Luzzana. L’artista, ad oggi, nel Paese di Castagno (PT), vive e prosegue il suo sentiero artistico senza tempo… | Facebook

Casa Paloscia e la nuova piazzetta delle artiste donne

Testo: Elena Mazzoni Wagner & Ilenia Vecchio - Foto: Rachele Salvioli

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Di recente la collezione d’arte del Borgo Museo di Pistoia si è arricchita e allargata con l’installazione di altre tre sculture firmate da tre artiste donne (una novità inaugurata in occasione delle Giornate FAI d’Autunno svoltesi a Castagno nelle date 18 e 25 Ottobre 2020, giornate bellissime che hanno visto TUTTO ESAURITO con 280 prenotazioni/presenze registrate dal FAI e molte altre persone venute in visita per conto proprio). Le tre sculture sono di Patrizia Pandolfini, Lea Monetti e Franca Frittelli, tre artiste toscane molto diverse tra loro e ancora attive. La particolare collocazione di queste tre opere, davanti Casa Paloscia, segna l’inizio del progetto di diffusione del Museo all’aperto, superando le “mura” del paese e tracciando un nuovo percorso che dalla Chiesetta arriva alla Vigna, in quella che è diventata la “piazzetta delle artiste donne” in dialogo con la “via delle artiste donne” che nel borgo accoglie invece dagli anni ‘70 le due sculture di Diana Baylon e Chiara Coda.

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La scelta di Simonetta Paloscia è chiara, dare spazio e voce alle artiste donne, purtroppo poco rappresentate dal primo nucleo del Borgo Museo: “[...] sia per ragioni storiche (nel senso che il numero di donne che lavora e lavorava, soprattutto all’epoca, nel settore artistico, era esiguo rispetto al numero dei collegi maschi) che forse anche per ragioni culturali legate proprio a mio padre (Tommaso Paloscia, fondatore del Museo all’aperto di Castagno) - che non potrei definire un maschilista ma nemmeno un femminista sfegatato, e prediligeva i rapporti con gli artisti uomini”. Da questa iniziativa, si è deciso di inserire nella collezione del Museo all’aperto tutte le altre opere che erano già presenti (alcune dagli anni ‘70) all’esterno di Casa Paloscia, lungo tutto il perimetro, sulle mura, e quindi sempre visibili da tutti. Ecco così che al nucleo delle 49 opere mappate fino a quest’estate, se ne sono aggiunte altre 10 per un totale attuale di 59 opere d’arte!

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Quindi un Borgo Museo più diffuso e femminista: questa la direzione che Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia, sembra voler prendere per il futuro. - Future is female!


Di seguito: una breve descrizione a cura della storica dell’arte Ilenia Vecchio sul nuovo percorso lento del Borgo Museo che include la visita a Casa Paloscia; poi la gallery con tutte le foto di Rachele Salvioli realizzate in occasione dell’inaugurazione durante le Giornate FAI d’Autunno 2020; e infine un’introduzione, sempre a cura di Ilenia Vecchio, sulle autrici delle tre sculture collocate all’ingresso di Casa Paloscia ovvero nella nuova piazzetta delle artiste donne.

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Un museo all’aperto e diffuso…

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno 2020, abbiamo inaugurato un nuovo percorso lento tra arte e natura a Castagno di Piteccio, un percorso che dalla Chiesetta del borgo arriva alla Vigna dove si trova la Casa di Tommaso Paloscia, fondatore nel 1975 del Museo all’aperto di Castagno. Prima di giungere alla meta, incontriamo per strada una scultura immersa nel verde del bosco, proprio nel punto in cui Via Valle e Vigna curva verso le poche abitazioni. Lungo la strada alberata, una particolarissima paternità in rame: Amor filiale di Pietro Cioni, artista di Loro Ciuffenna (Arezzo) che fu presentato al critico d’arte Paloscia da Venturino Venturi (di cui nel Borgo Museo esiste una scultura proprio davanti la Chiesa). L’opera è stata di recente restaurata da Riccardo Bisconti (abitante castagnolo e socio della Pro Loco) e ricollocata qui, alla fontana dell’Alberuccio (dove si trova anche una galleria idraulica ottocentesca della Ferrovia Porrettana), invece che all’interno del paese, proprio con l’intento di iniziare a diffondere il Borgo Museo fuori dalle “mura”.

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Ed eccoci arrivare a Casa Paloscia, tra le poche abitazioni della Vigna. Eccoci nel famoso luogo di ristoro e villeggiatura per la famiglia Paloscia ma anche per tutte le persone, tra cui molti artisti e intellettuali che lo frequentavano assiduamente durante le domeniche e ferie estive. Come ricorda Simonetta (figlia di Tommaso) in una nostra intervista: “Ricordo con gioia i pranzi di tante persone (20-30) che la mamma (poverella!) organizzava alla Vigna (dove è casa nostra) in occasione delle vendemmie e delle ciliegiate. Dove c’erano amici sia miei che di mio padre e dove si stava in allegria a tavola dopo aver faticato a raccogliere uva o ciliegie (appunto) e non sempre col bel tempo. Dove ospiti immancabili erano Alfredo Fabbri (pittore pistoiese, autore di uno degli affreschi) e sua moglie Mary. In queste occasioni gli ospiti firmavano, e chi voleva faceva anche un disegno o scriveva un testo, una poesia, un quaderno a ricordo della bella giornata passata in compagnia”. Tutto attorno al perimetro della casa, opere e omaggi di artisti amici di Tommaso: l’affresco di Gino Terreni, tre bassorilievi in terracotta di Serafino Beconi, due mattonelle di Mihu Vulcanescu, la pietra antropomorfa di Franco Cilia, le ceramiche di Italo Bolano e Arnaldo Miniati, il bozzetto in gesso di Romano Lucacchini (l’originale si trova all’inizio della via maestra del Borgo Museo col titolo Luna piena) e la meridiana, un affresco di Giuseppe Gavazzi. Ma novità assoluta di questo percorso sono le tre sculture che Simonetta ha deciso di inaugurare in occasione delle scorse Giornate FAI (ottobre 2020), firmate da Patrizia Pandolfini, Lea Monetti e Franca Frittelli.


La nuova “piazzetta delle artiste donne”

Qui vi presentiamo…

Patrizia Pandolfini

Patrizia Pandolfini, allieva di Antonio Berti (autore di Mater Amabilis, altra scultura presente nel borgo), richiama il tema del maestro nei due Tabernacoli restaurati (presenti a inizio e fine del nuovo percorso), dove, come scrive proprio Tommaso Paloscia: “Il gesto [è] amorevole, le espressioni misurate e le forme puntualmente espresse senza la pignoleria della descrizione”. La forma e la figura sono i temi principali della sua ricerca, in particolare piccole donne di terracotta colte in varie pose: distese, sedute o su un fianco, proprio come la scultura esposta a Casa Paloscia. La terracotta, materiale prediletto dall'artista, è realizzata nell'antica fornace del Ferrone, nei pressi dell'Impruneta. | Pagina Facebook 

Franca Frittelli

Franca Frittelli ha il suo atelier in un bellissimo parco a Vada, nel comune di Rosignano. È attratta dalla figura umana e dal movimento del corpo umano. Lavora con diversi materiali: marmo, pietra, ceramica, bronzo e legno, per citarne solo alcuni. Nelle sue opere si percepisce un forte senso plastico e è evidente l'accentuazione della rotondità delle masse. Dice di lei Tommaso Paloscia: “ […] Si tratta di figure che all’interno hanno gli echi di una energia scatenante, quasi l'anima in eterna ribellione che la scultrice insinua nelle crete, nei gessi, nelle resine ma anche nei marmi e nel travertino: con una capacità espressiva apparentemente incolta e invece esperita nello studio delle tante discipline frequentate e di cui porta con sé  orme…”. In Venere del 2000 esposta a Casa Paloscia, la figura della donna è  in maniera espressionista volutamente deformata in una posa estrema e accentuata, deliberatamente irriconoscibile, perché, come riscontra la critica d'arte Antonella Serafini: “ […] in queste pose estreme si celebra una voluta “irriconoscibilità” della donna a costo di frantumare i canoni dell’armonia quando essa non si rivela essere altro che la sua prigione “. | www.francafrittellisculture.eu 

Lea Monetti

Lea Monetti all’opposto realizza la scultura in bronzo estremamente realistica, descrittiva e armonica di una ballerina. Non per nulla la Monetti viene dalla Scuola della Realtà di Pietro Annigoni. In lei si riscontra  l'importanza del disegno. La sua arte figurativa cerca di fermare e rappresentare la bellezza della natura, perché come afferma lei stessa: “Qualsiasi forma di distorsione della realtà la sento come violenza ed io non potrei mai fare, consapevolmente, violenza a nessuna cosa che esiste". | www.leamonetti.it

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Sì, il futuro è femmina! ;)

CdP staff

Aperitivo Lento al Borgo Museo - Tutte le Domeniche d'Estate 2020

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Ogni domenica, dal 21 Giugno al 20 Settembre, il Borgo Museo ti accoglie con una visita guidata e poi aperitivo tra arte e natura.

  • Ritrovo ore 18 alla Pro Loco;

  • Costo visita guidata e aperitivo: 15 euro;

  • Ai partecipanti un ingresso ridotto alla Piscina del Residence “Il Castagno” valido da lunedì a venerdì: presentando il buono, lettino nel parco a 7 euro.

  • SOLO SU PRENOTAZIONE: si prega di iscriversi via mail a castagnodipiteccio@gmail.com segnalando per quale data. NOTA: si accettano massimo 15 iscritti a domenica. Ovviamente, tutti i partecipanti dovranno rispettare le indicazioni anti-covid indossando la mascherina e mantenendo la distanza di almeno 1,5 m tra non congiunti.

Qui il calendario con tutte le date in programma, note ed aggiornamenti eventuali:

  • Domenica 21 Giugno

  • Domenica 28 Giugno

  • Domenica 5 Luglio

  • Domenica 12 Luglio

  • Domenica 19 Luglio - in questa data, la visita guidata è organizzata in collaborazione con OltrePistoia. Ritrovo ore 17.00 alla Stazione di Castagno. Per info e prenotazioni: Evento Facebook | Sito Web. SOLD OUT // AL COMPLETO!

  • Domenica 26 Luglio

  • Domenica 2 Agosto - in questa data, la visita guidata è organizzata in collaborazione con Fravola - mindfulness counseling in Natura in occasione del Bagno di foresta - Sussurri di bosco. Per info e prenotazioni: Evento Facebook | Sito Web. SOLD OUT // AL COMPLETO!

  • Domenica 9 Agosto

  • Domenica 16 Agosto

  • Domenica 23 Agosto

  • Domenica 30 Agosto

  • Domenica 6 Settembre

  • Domenica 13 Settembre

  • Domenica 20 Settembre - anche in questa data, la visita guidata è organizzata in collaborazione con OltrePistoia. Per info e prenotazioni: Evento Facebook | Sito Web. NOTA: causa maltempo, il tour/aperitivo è stato rimandato a Domenica 4 Ottobre.

Ti aspettiamo a Castagno di Piteccio, il #BorgoMuseo di Pistoia!

CdP staff, Pro Loco & Abitanti

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Valorizzare il territorio: il caso di Castagno di Piteccio. Ascolta il Podcast!

Listen to this episode from Il piacere di ospitare on Spotify. In questo episodio, con Elena Mazzoni Wagner, parliamo di come dare nuova vita ad una destinazione trascurata nel corso del tempo. Insieme con Elena raccontiamo del borgo-museo Castagno di Piteccio e le azioni che hanno portato alla sua rinascita.

Un po’ di tempo fa, mentre eravamo ancora in quarantena, Giorgia Martinucci (consulente di marketing turistico) ha intervistato Elena Mazzoni Wagner, fondatrice di CCT-SeeCity, Associazione Culturale che dal 2009 si occupa di narrazione e territorio e che dal 2019 si prende cura in particolare di un luogo, del nostro Borgo Museo!

Una settimana fa (18 maggio), per la Giornata Internazionale dei Musei, Giorgia ha pubblicato l’intervista in un Podcast della sua rubrica Il piacere di ospitare - una serie di episodi che sono tutti da ascoltare soprattutto se si è interessati al mondo del marketing e del turismo: insieme ai suoi ospiti racconta tecniche e pratiche per consigliare come creare-offrire esperienze uniche.

La puntata dedicata al Borgo Museo di Pistoia è intitolata Valorizzare il territorio: il caso di Castagno di Piteccioe la potete ascoltare qui:

Per approfondire: su Spotify la serie “Il piacere di ospitare”, sui social @GiorgiaMartinucci e sul web giorgiamartinucci.com

FOTO di Giorgia Martinucci e di una mattina di fine aprile 2019 alla Stazione di Castagno (una fermata della storica ferrovia Porrettana che attraversa l’Appennino tosco-emiliano)… ovvero di quando Giorgia è venuta a trovarci per la prima volta e sc…

FOTO di Giorgia Martinucci e di una mattina di fine aprile 2019 alla Stazione di Castagno (una fermata della storica ferrovia Porrettana che attraversa l’Appennino tosco-emiliano)… ovvero di quando Giorgia è venuta a trovarci per la prima volta e scegliendo di arrivare in treno proprio per non perdersi davvero niente di tutta la bellezza che il nostro territorio può offrire, ancora di più se visitato e vissuto in modo “lento”!

Il #BorgoMuseo dalle FINESTRE degli ABITANTI

🌈🏛 #MUSEUMWEEK2020 • E con l’hashtag #TogetherMW // #InsiemeMW, per il terzo tema di questa #MuseumWeek abbiamo deciso di mostrarvi Castagno di Piteccio - il Borgo Museo di Pistoia dalle FINESTRE dei suoi ABITANTI (Castagnoli/e): mettendo INSIEME i loro sguardi, dai punti di vista intimi e privilegiati delle loro case, si ottiene un unico e particolare racconto fotografico del piccolo antico paese (la cui fondazione risale almeno al 1500) e del suo Museo all’aperto (fondato da Tommaso Paloscia nel 1975). 🌿🖼📷 Se sfogliate questa gallery (18 foto) sarà un po’ come camminare tra le abitazioni in pietra e le opere d’arte che decorano le vie e piazzette di Castagno, circondati dagli alberi delle montagne pistoiesi che abbracciano questo prezioso luogo a pochi chilometri dalla città, da boschi e cieli su cui da alcuni secondi piani è davvero dolce sognare ad occhi aperti… A VOI, buon viaggio a Castagno: intanto sui social media ma appena possibile qui, dove tutti noi vi aspettiamo! 💚🌰 CdP staff, Pro Loco & Abitanti

Borgo Museo 2020 e Covid-19

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Affresco: “Maggio” di Vinicio Berti - Foto: Elena Mazzoni Wagner

🕊 In attesa di sentirci come la colomba appena liberata in questo affresco di Arnaldo Miniati dedicato al mese di Aprile, condividiamo alcuni pensieri e aggiornamenti dal Borgo Museo di Pistoia:

• In questi giorni avremmo iniziato ad invitarvi agli #eventi “Castagno di Maggio” ma dobbiamo mantenere ancora il #distanziamento sociale, l’unica cura che per adesso abbiamo contro il contagio. La priorità attuale è contenere il diffondersi del Covid-19 e per noi questo significa annullare gli eventi del programma culturale che, in un luogo principalmente all’aperto come il nostro, prende vita in particolare da maggio a ottobre. Continuiamo a restare distanti per poterci riavvicinare il prima possibile e, quando sarà il momento, saremo pronti a festeggiare insieme a tutti voi il nuovo inizio!

• Riguardo la CALL for Artists 2020e quindi la raccolta di candidature per la prossima Residenza d’Artista, abbiamo deciso di posticipare la scadenza (che era prevista al 1° maggio) al 1° dicembre: ricevendo candidature anche e soprattutto dall’estero, prolunghiamo questa CALL e rimandiamo così la residenza all’estate del prossimo anno 2021.

• Intanto, andiamo avanti con il lavoro (ovviamente a distanza) di schedatura delle opere e degli artisti del Borgo Museo di Pistoia, insieme alla classe IV D del Liceo Scientifico dell’Istituto Pacini di Pistoia. Schedatura che presto troverete online su www.castagnodipiteccio.it!

• E poi, come lo scorso anno, anche questo maggio parteciperemo alla #MuseumWeek (evento social dedicato ai musei del mondo): quindi, dal 11 al 17 maggio, state con noi su Instagram e Facebook! Vi mostreremo e racconteremo un po’ di curiosità sul nostro #BorgoMuseo…

• Insomma, RESTIAMO A CASA ma utilizziamo la tecnologia per incontrarci! 🌿🖼💚🌰 GRAZIE per restare con noi, CdP staff | #Restiamoacasa #CastagnoDiPiteccio

Una classe dell'Istituto Pacini di Pistoia a lavoro per il Borgo Museo!

Il nostro 2020 è iniziato con un progetto di alternanza scuola-lavoro insieme agli studenti e alle studentesse della classe IV D del Liceo scientifico dell’Istituto Pacini di Pistoia.

Ecco chi sono, in ordine alfabetico: Aglietti Tommaso, Anzidei Claudio, Bessi Niccolò, Chiti Francesco, Di Tirro Alberto, Giusto Sharon, Ispas Ovidiu Cristian, Leporatti Matilde, Monti Emanuele, Pagnini Niccolò, Pierattini Silvia, Sangiorgio Ernesto, Sardini Margherita, Susini Veronica.

Dopo aver visitato il Borgo Museo e letto il Libro Guida, gli alunni e le alunne - sotto la guida della loro prof.ssa di storia dell’arte Anna Mannari e della nostra storica dell’arte ed operatrice museale Ilenia Vecchio - hanno iniziato a lavorare insieme al CdP staff alla realizzazione della prima schedatura delle opere e degli artisti del Borgo Museo di Pistoia.

Concluso questo lavoro di ricerca e redazione da gennaio a maggio, chi vorrà della classe avrà l’opportunità di continuare a collaborare con il Borgo Museo per l’organizzazione e la gestione di alcuni eventi in programma a maggio e giugno - in particolare, per la #MuseumWeek, La Notte Europea dei Musei ed il Borgo Museo Festival. Un’esperienza di stage e quindi di ulteriore formazione per chi studia e, per il Borgo Museo, altra energia nuova da cui imparare molto, ad esempio, ad avvicinare e coinvolgere i più giovani.

MA perché abbiamo INNANZITUTTO scelto di lavorare al progetto di “schedatura”?

Il 2019 è stato l’anno in cui - per volontà dell’Associazione Turistica Pro Loco di Castagno e a cura dell’Associazione Culturale CCT-SeeCity - si è formato il CdP staff (composto da vari professionisti, operatori culturali e creativi) che ha ufficialmente iniziato a lavorare alla rivalutazione - o meglio, rigenerazione - del Borgo Museo; è stato l’anno in cui è maturata ed ha iniziato a diffondersi una nuova consapevolezza del valore culturale di Castagno di Piteccio in quanto Borgo Museo di Pistoia; è stato l’anno di varie prime volte, ovvero di alcuni progetti ideati e sperimentati a Castagno come prima edizione, dal festival alla residenza d’artista; è stato l’anno dei primi successi e dei primi errori da cui imparare per migliorare! :)

POTENZIALITÀ e CRITICITÀ del BORGO MUSEO

L’esperienza dello scorso anno (2019) ci ha permesso di comprendere meglio quali siano le potenzialità e quali le criticità del bene culturale “Borgo Museo” allo stato attuale.

Abbiamo avuto conferma di come il Museo all’aperto (fondato nel 1975 dal critico d’arte Tommaso Paloscia) sia ciò che distingue Castagno da (quasi) tutti gli altri borghi toscani e italiani; le opere d’arte contemporanea che impreziosiscono i vicoli, le piazzette e le antiche mura delle abitazioni (che risalgono almeno al Cinquecento), circondate da alberi, boschi e monti, sono la particolarità di questo luogo che più incuriosisce, sorprende e meraviglia, sono il motivo più forte che invita a visitare questo territorio, soprattutto chi ama vagare tra arte e natura.

E spostando lo sguardo dalle opere d’arte alle persone che le osservano, abbiamo compreso un’importante criticità: al nostro Borgo Museo manca uno strumento che racconti ai visitatori cosa vedono, uno strumento che favorisca la completa fruizione (sinonimo di godimento) delle opere d’arte (bene culturale) a prescindere dalla presenza fisica di una guida e storica dell’arte - figura professionale che la nostra attuale struttura organizzativa riesce a garantire solo durante alcuni eventi in programma o su prenotazione.

VISITARE PER CONOSCERE

È invece nostra intenzione (e attuale priorità) consentire ai visitatori del bene culturale “Borgo Museo” di poter pienamente godere delle opere d’arte anche in modo autonomo, offrendo loro uno strumento divulgativo che racconti le opere e gli artisti, uno strumento con queste fondamentali caratteristiche:

  • gratuito;

  • accessibile attraverso i vari media contemporanei, quindi sia stampato che digitale, da leggere o da ascoltare, per soddisfare le esigenze di tutti (sia di chi è ancora affezionato alla carta e sia di chi fa tutto ormai con il proprio smartphone);

  • comprensibile a tutti, con un linguaggio semplice e chiaro, in italiano e in inglese per gli stranieri;

  • piacevole ovvero sintetico e interessante, breve e ricco di informazioni utili alla comprensione = fruizione = godimento.

Uno strumento quindi per poter visitare, conoscere e non solo osservare il Borgo Museo, anche in assenza di un evento con visita guidata; perché visitare il Museo all'aperto di Castagno può e dovrebbe essere sempre e comunque un'esperienza che non si limita all'osservazione ma di conoscenza.

LE SCHEDE e LA MAPPA

In contemporanea al lavoro di ricerca e redazione per il racconto delle opere e degli artisti, progetteremo la grafica (a cura di Erika Mazzoni Wagner) sia delle schede (una scheda per ogni opera d’arte; le schede saranno poi riunite in una sorta di libretto) che di una nuova mappa aggiornata. La schedatura seguirà l'ordine numerico delle opere mappate, si potrà trovare online sul sito web di Castagno e stampata presso la Pro Loco (costruiremo una "cassettina" esterna dove il visitatore potrà prenderla e restituirla, come nei musei). Grazie alla collaborazione degli studenti e delle studentesse dell’Istituto Pacini (che vi abbiamo presentato qui sopra), contiamo di completare questo lavoro entro maggio 2020.

In seguito, tradurremo tutto in inglese per i visitatori stranieri; poi svilupperemo il sistema con i codici QR ed infine creeremo un’audio guida tramite podcast. Ah, con il materiale della schedatura vorremmo anche realizzare qualcosa di più creativo e social che al momento definiamo “insta guida”… E non dimentichiamoci Wikipedia: perché non pubblicare tutto, magari in più lingue, anche sull’Enciclopedia digitale, libera e collaborativa, più grande del mondo!? Queste ulteriori estensioni della schedatura - pensate per offrire una migliore esperienza del Borgo Museo, e sempre accessibili in modo gratuito tramite Pro Loco e/o sito web - ci piacerebbe realizzarle entro il 2021.

DA DOVE INIZIARE

Per la realizzazione di quanto descritto, è innanzitutto necessario fare un lavoro di ricerca e raccolta informazioni (ad esempio, consultando l'archivio di Tommaso Paloscia, fondatore del Museo all’aperto di Castagno, e intervistando gli artisti ancora in vita). Poi la redazione/stesura dei testi: ogni singola scheda, oltre a descrivere l'opera, racconterà chi è l'artista ed il suo rapporto con Castagno… Le biografie che al momento abbiamo a disposizione sono incomplete (mancano alcuni artisti) e in ogni caso limitate ad un elenco noioso della produzione artistica. Noi invece vorremmo realizzare dei testi brevi (circa 3.000 battute per ogni opera/artista, accompagnati da una foto dell'opera - del fotografo Riccardo Boccardi - ed una dell'artista), testi brevi ma ricchi di informazioni interessanti e facili da comprendere, attraverso un racconto sintetico e accattivante.

A nessuno interessa leggere un Curriculum Vitae, o ci sbagliamo?! Ecco, noi vorremo far conoscere al visitatore la personalità e la poetica dell'artista più che elencare quante opere abbia prodotto o mostre abbia fatto. Vorremmo avvicinare il visitatore alla lettura (e quindi comprensione) dell’opera, raccontando il carattere e lo stile dell’artista, e ovviamente il suo legame con Castagno.

Come modello per questo lavoro di schedatura, vogliamo ispirarci alla Tate Modern di Londra - qui un esempio: www.tate.org.uk/art/artists/dora-maar-15766/seven-things-know-dora-maar. Si deve sempre guardare lontano per fare piccoli passi in avanti! Siete d’accordo con noi, vero!? :)

Cosa ne pensate?

L’intenzione/idea alla base di questo lavoro è fondamentale per sviluppare il resto dei sogni/progetti nell’armadio (il cassetto è troppo piccolo!) come il Borgo Museo in 3d, il Borgo Museo in un film documentario, il Restauro, etc…

Vi chiediamo per cortesia di non esitare a commentare e condividere con noi (CdP Staff e Pro Loco) la vostra opinione, a proporre idee, a criticare il nostro lavoro! Perché l’obiettivo del nostro lavoro è uno: i teorici contemporanei del settore direbbero che l’obiettivo del lavoro culturale è quello della contribution to society che noi traduciamo con “contributo al benessere della comunità locale intesa sia come residente (abitanti) che temporanea (visitatori/viaggiatori)”. E per perseguirlo, dobbiamo anzitutto confrontarci con voi che abitate e con voi che visitate il Borgo Museo.

È proprio ascoltando e osservando le persone che durante il 2019 hanno visitato il Borgo Museo che ci siamo resi conto di questa forte mancanza - l’assenza di una guida cartacea e/o digitale per godere pienamente delle opere d’arte che impreziosiscono il borgo: capire cosa si vede perché in qualche modo ci viene raccontato, significa osservare-conoscere-riflettere-apprezzare e arricchire il proprio bagaglio culturale, significa visitare un luogo ed avere un’esperienza piacevolmente formativa, significa tornare a casa un po’ diversi, più ricchi di sapere, emozioni e ricordi. Significa passar buona parola, raccontare agli amici, conoscenti e sconosciuti - di persona e/o tramite social media - la bellezza che i nostri occhi hanno visto ed il fascino delle storie che abbiamo letto o ascoltato.

E quindi, in questo 2020, come prima cosa vogliamo rimediare a tale mancanza. Questa la nostra attuale priorità. Questo il nostro primo buon proposito! Un lavoro che, una volta fatto, rimarrà per sempre al servizio di chi continuerà a prendersi cura del Borgo Museo in quanto bene culturale e di chi se ne interesserà e vorrà visitarlo, quindi conoscerlo.

Perché la cultura, a differenza di un bene materiale che finisce o si guasta e rompe, può durare per sempre se conservata e rinnovata, divulgata e condivisa (attraverso tutti i linguaggi e media contemporanei, se si vuole comunicare anche alle nuove generazioni)! Il bello è che il suo valore aumenta nel tempo e la sua divulgazione produce altra cultura, crea altra bellezza. Sì, non esiste miglior investimento.


E infine

Grazie di cuore agli studenti e alle studentesse della IV D Liceo dell’Istituto Pacini di Pistoia per la collaborazione e l’entusiasmo. Da quest’anno 2020 entrate per sempre nella Storia di Castagno. Contiamo su di voi. Buon lavoro! CdP staff




Il nostro Borgo Museo in un racconto premiato dalla Sellerio!

Iniziamo il 2020 con una bella notizia:

sul sito web della famosa casa editrice Sellerio, tra un racconto sul Musée du Louvre di Parigi ed un altro sul Van Gogh Museum di Amsterdam, potete leggere anche il racconto sul nostro Borgo Museo di Pistoia, firmato da Elena Mazzoni Wagner e risultato tra le dieci migliori storie pubblicate per l'iniziativa #RaccontailtuoMuseo!

• Qui tutti i racconti: sellerio.it/it/racconta-il-tuo-museo/
• Qui il racconto su Castagno di Piteccio - il #BorgoMuseo di Pistoia: sellerio.it/it/racconta-il-tuo-museo/scheda.php?id=12178

Buona lettura!

💚🌰

Borgo Museo - Sellerio Editore 2020.jpg

Intervista a Fabio De Poli, l'artista di "Ottobre"

Se osservando l’opera vi siete chiesti “ma perché un indiano d’America?”, qui trovate la risposta! In questa intervista di Elena Mazzoni Wagner a Fabio De Poli, l’artista - che nel 1975 ha realizzato per il Museo all’aperto di Castagno l’affresco “Ottobre” (da lui stesso restaurato quest’estate 2019) - ci racconta un po’ di curiosità e soprattutto cosa è stato e cosa è per lui il nostro borgo, o meglio, il Borgo Museo di Pistoia. Buona lettura :)

“Ottobre”, l’affresco di Fabio De Poli nel Museo all’aperto di Castagno, dopo il restauro fatto dall’artista stesso nell’estate 2019. - Foto: Rachele Salvioli, 21 settembre 2019

“Ottobre”, l’affresco di Fabio De Poli nel Museo all’aperto di Castagno, dopo il restauro fatto dall’artista stesso nell’estate 2019. - Foto: Rachele Salvioli, 21 settembre 2019

Ho letto la sua biografia. Nasce a Genova nel 1947, vive tra Firenze e Montecatini Terme. Nel 1964 frequenta l’Istituto d’Arte di Firenze specializzandosi in grafica pubblicitaria sotto la guida di Lucio Venna. Inizia il mestiere d’artista nei primi anni ’70 e presto con la sua arte viaggia in tutta Italia e non solo. Espone persino al Museum of Modern Art di New York. Oggi continua a creare ed esporre in gallerie, musei, mostre itineranti. A chi non sa niente di arte, in breve, come si presenta? Chi è Fabio De Poli?

Fabio De Poli è un privilegiato come tutti quelli che fanno arte. Passa il tempo a raccontare con immagini emozioni, cerca di tradurre le emozioni in sentimento, il sentimento in colore e così via, in una sorta di giro infinito…

Lei è anche tra i primissimi artisti ad aver contribuito con il suo affresco “Ottobre” alla nascita del Museo all’aperto di Castagno (Pistoia) fondato a metà degli anni ’70 dal critico d’arte Tommaso Paloscia. Cosa ricorda di quegli anni? Cos’era per lei, per voi artisti, Castagno?

A Castagno ci trovavamo ogni estate, Tommaso “inventava” qualcosa per riunirci. Ricordo che una volta giudicammo noi stessi davanti ai colleghi, una sorta di difesa del nostro stile e della nostra ricerca, e il più convincente vinceva un prosciutto! Castagno era un appuntamento obbligato per tirare le somme di un anno di attività artistiche… Bello. Bello perché una volta l’anno diventavamo una famiglia che si riuniva intorno allo zio Tommaso.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia. Anno: 1975.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia. Anno: 1975.

Simonetta Paloscia, figlia di Tommaso, in un’intervista di qualche mese fa ci ha confidato un segreto: tra le oltre 40 opere d’arte realizzate nel borgo di Castagno, su invito e direzione del padre, gli affreschi realizzati da lei (Fabio De Poli) e Luca Alinari sono senza dubbio le opere a cui si sente più legata. Probabilmente anche perché eravate gli artisti coinvolti nel progetto più giovani, suoi coetanei. Ci ha persino mostrato una bellissima fotografia in bianco e nero, tratta dall’archivio del padre, in cui vediamo lei ed Alinari dipingere i vostri due affreschi, “Ottobre” e “Novembre”, che si trovano esattamente ancora sotto quell’arcata in pietra tra le abitazioni che dividono le due strade maestre del borgo. Di fronte ai vostri due affreschi, “Settembre” di Antonio Bueno. Era l’anno 1975 e quell’estate, con l’idea dei 12 affreschi dedicati ai mesi e affidati a diversi pittori, venne a crearsi il primo nucleo del Museo all’aperto. Cosa le viene in mente guardando questa foto?

Simonetta è cresciuta accanto a me e Luca, due artisti giovani ed emergenti, stimati e pungolati dal padre a fare sempre di più… (penso che a Tommaso gli abbiamo fatto fare una bella figura). Quella foto di cui parla l’ho rivista anch’io dopo tanti anni e mi ha commosso. Vedere il suo non-lavoro è un peccato, bisogna trovare una soluzione. Eravamo inesperti dell’affresco, eravamo artisti nuovi…

A sinistra: “Novembre” di Luca Alinari. A destra: “Ottobre” di Fabio De Poli. Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

Sì, lei ed Alinari eravate gli artisti più giovani e forse semplicemente per questo motivo ancora poco esperti con la tecnica dell’affresco. Purtroppo quello del pittore Luca Alinari (Firenze, 27 ottobre 1943 – Firenze, 15 marzo 2019) è diventato praticamente invisibile e al momento si è alla ricerca di documentazione fotografica per poterlo restaurare... Lei invece ha mantenuto la promessa che ci aveva fatto qualche mese fa, a “Castagno di Maggio”, durante il primo dei percorsi lenti organizzati per il borgo museo. Quest’estate ci ha regalato una bellissima sorpresa: ha restaurato il suo affresco “Ottobre” che è tornato lucente e coloratissimo. Adesso deve toglierci una curiosità: perché un capo indiano, un indiano d’America? Chi è “Nuvola Rossa” (Red Cloud, in inglese)? Come le venne in mente di dipingere questo particolare soggetto per rappresentare il mese di Ottobre? I colori qui predominanti, forti e intesi, del giallo e del rosso, ci ricordano i colori della natura quando inizia la stagione autunnale… ma perché un indiano d’America?

Io e Luca Alinari siamo cresciuti nella stessa galleria a Firenze, la mitica galleria Inquadrature di Marcello Innocenti. Negli anni in cui realizzai Nuova Rossa ci fu una presa di coscienza sullo sterminio degli indiani d’America: ricordo i film “Soldato Blu” e “Piccolo grande uomo”. Volevo sottolineare (come ancora faccio dedicando alcune opere ai grandi capi indiani americani) il valore di uomini che difesero la loro identità culturale. Mi fu assegnato Ottobre, come mese da rappresentare. I colori autunnali raccontano proprio la fine di una stagione, il tramonto dell’estate, una dolce malinconia… e questa malinconia io l’ho dedicata al capo-guerriero Nuvola Rossa.

Intorno all’affresco di Fabio De Poli durante l’evento Castagno di Maggio - percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Ci racconti del borgo di Castagno: che rapporto esisteva tra voi artisti e gli abitanti, oltre alla famiglia Paloscia?

Erano molto accoglienti, ci ospitavano con gentilezza, curiosità, diffidenza… ma garantiva Tommaso! Ottimi pranzi. Grande Pro Loco.

Un’altra curiosità: esiste un ricco archivio su tutti voi artisti del Museo all’aperto di Castagno ad eccezione di una sola artista, Chiara Coda che - insieme a Diana Baylon - è tra le uniche due artiste donne ad aver contribuito (con tre sculture) alla collezione delle opere d’arte realizzate per il borgo in quegli anni. Sembra che nessuno in paese si ricordi di lei, eppure qualcuno deve per forza averla vista e conosciuta! Lei sa dirci qualcosa? Può aiutarci a svelare questo mistero?

Su Chiara Coda non so niente, è il famoso mistero di Castagno. Diventerà un CULT.

“La Madre”, una delle tre sculture di Chiara Coda presenti nel Museo all’aperto di Castagno. Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Quest’estate 2019, a Castagno abbiamo ripristinato la tradizione avviata negli anni ’70 da Tommaso Paloscia, ospitando sei artisti (di cui cinque donne!) provenienti da tutto il mondo, per una residenza di due settimane. Ci hanno così lasciato nuove opere d’arte che vanno ad impreziosire ulteriormente il Borgo Museo di Pistoia. Cosa ne pensa di questa iniziativa? Quali altre opere le piacerebbe vedere nel nostro borgo? Quali artisti o che tipo di artisti ci suggerisce di invitare e coinvolgere nel progetto per continuare ad arricchire ed espandere il Museo all’aperto di Castagno?

Vorrei vedere a Castagno opere di giovani artisti perché Castagno potrebbe diventare un luogo di memoria per loro come lo è per noi. Ma mi raccomando sceglieteli BRAVI!!!

Fabio De Poli davanti al suo affresco “Ottobre” il giorno in cui ci ha promesso che lo avrebbe restaurato! Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Concludo l’intervista con un ringraziamento da parte di tutto il CdP staff & degli Abitanti: GRAZIE di cuore, gentilissimo Fabio, per aver mantenuto la promessa e quindi restaurato l’affresco. È meraviglioso poter vedere di nuovo tutte “le emozioni, i sentimenti, i colori” del suo e del nostro “Ottobre”. Grazie!

“Ottobre” di Fabio De Poli in tre foto di Elena Mazzoni Wagner, Ottobre 2019

Le nuove opere d'arte nel Borgo Museo di Pistoia, 2019 - Foto & Video

Qui il nostro racconto nel video di Patrizio Piscitelli e nelle foto di Rachele Salvioli.


Le nuove opere d'arte nel #BorgoMuseo di Pistoia - estate 2019

In questo album, l'inaugurazione avvenuta sabato 21 settembre con alcuni "flashback" ovvero alcuni momenti della Residenza d'Artista trascorsa durante quest'estate a Castagno di Piteccio e vissuta da Amie Lin dal Taiwan, Bianca Tschaikner dall'Austria, Browzan dall'Inghilterra, Christiana Matos dal Brasile, Holly McKelvey dalla California, Marija Stankovic dalla Serbia.

Oltre alle loro opere d'arte, tra le novità di quest'anno, anche quelle di Pattern Nostrum, duo creativo dall'Italia che in occasione del Borgo Museo Festival (tenutosi il 30 giugno) ha realizzato presso la Pro Loco sia un murale permanente che un'installazione temporanea (questa visibile sino a fine ottobre).

Si è concluso così il progetto "Residenza d’Artista 2019" a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, con il patrocinio del Comune di Pistoia, realizzato grazie alla meravigliosa e accogliente ospitalità degli Abitanti di Castagno e al contributo della Fondazione Caript, ottenuto attraverso la vincita del Bando Sviluppo e Cultura 2019.


GRAZIE di cuore a chi ha partecipato all'inaugurazione e a chi non è riuscito ma vorrà prenotare una visita guidata! Vi ricordiamo che il nostro Museo all'aperto - fondato a metà degli anni '70 dal critico d'arte Tommaso Paloscia - è sempre aperto! Sul nostro sito web potete direttamente prenotare un tour. Per maggiori info: castagnodipiteccio@gmail.com | +39 366 9777735. Vi aspettiamo! 💚🌰 CdP staff

Castagno di Maggio 2019 - percorso lento "I castagni secolari" e "L'archeologia industriale" - FOTO

Qui il foto racconto di un percorso lento che in realtà, secondo il programma iniziale di Castagno di Maggio 2019, sarebbe dovuto accadere in due date diverse ma che, a causa del meteo sfavorevole, abbiamo unito in un unico intenso verdissimo giorno nel bosco che abbraccia Castagno: la mattina abbiamo esplorato le tracce di archeologia industriale intorno al paese, quelle di una delle opere ingegneristiche più importanti dell’800, la Ferrovia Porrettana, apprendendo dalla nostra guida ambientale (Michel Bruni di Tuscany Hiking) storia, tecnologia, curiosità di questa grande impresa, mentre il pomeriggio (dopo il pranzo alla Pro Loco con i tradizionali ed eccezionali tortelli alla castagnola) siamo andati alla ricerca dei giganteschi castagni secolari, raccogliendo nozioni di botanica e segreti sulla natura, flora e fauna, che circonda il piccolo Borgo col suo prezioso Museo all’aperto…

GRAZIE di cuore alle persone che hanno partecipato! CdP staff & Pro Loco

Intervista a Simonetta Paloscia: un racconto di Castagno tra bei ricordi e nuove idee!

Qui un’intervista di Elena Mazzoni Wagner a Simonetta Paloscia per la nostra nuova rubrica #WomenInCulture, nata a seguito della #MuseumWeek 2019. Buona lettura!

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia, il suo cognome racchiude una bellissima e curiosa storia legata all'Arte. In questa intervista la approfondiremo. Intanto, ci racconti un po' di lei...

Mi ritengo una persona molto curiosa e quindi interessata a tanti argomenti diversi. Come scelta di studi prima e lavorativa dopo ho privilegiato gli aspetti scientifici laureandomi in Scienze Agrarie e lavorando poi col Consiglio Nazionale delle Ricerche su temi di tipo ambientale e di osservazione della Terra dallo spazio. Non sono sicura che certe scelte non siano anche state dovute ad una volontaria presa di distanza dall’ambiente familiare e dalla figura un po’ ingombrante di mio padre. Ho sempre avuto il timore che di me si dicesse, se mi fossi occupata per esempio di storia dell’arte, “per forza, è la figlia del Paloscia!”. Questo non toglie che l’arte contemporanea insieme con la letteratura siano alcune mie passioni che ho sempre coltivato a latere. Tanto per fare un esempio scrivo poesie e ho anche pubblicato qualche libriccino per mia soddisfazione personale.

Suo padre, Tommaso Paloscia, è il fondatore del Museo all'aperto di Castagno. Lei era una bambina. Che ricordi ha di quegli anni '70 in cui Castagno era un rinomato luogo di villeggiatura e frequentato da tanti artisti?

Allora, tanto bambina non ero, visto che nel 1974 quando è cominciato il premio Castagno avevo bene o male già 16 anni. Per me è sempre stato un grande divertimento vedere il paese trasformarsi in quelle estati e passare dalla fase sonnolenta e un po’ noiosa, tipica di tutti i piccoli paesi soprattutto in periodo estivo, ad una attività frenetica dove tutti erano impegnati a fare le cose più disparate. Chi dipingeva, chi cucinava, chi cercava oggetti necessari e mancanti, chi girava per il paese. Insieme alle attività del Premio c’erano infatti anche quelle legate ad altre iniziative, come l’ex-tempore, le cacce al tesoro, le cronoscalate che erano invece organizzate dall’Avvocato Buzio e che portavano tante facce nuove in paese. La maggior parte degli artisti del Premio Castagno erano quelli che frequentavo a Firenze in occasione delle inaugurazioni delle mostre e delle cene e che quindi conoscevo molto bene.

Chi era suo padre? 

Bella domanda! Difficile rispondere. Era una persona deliziosa (ma lo so che sono di parte), molto dolce, curiosa, abbastanza schiva. Giornalista, critico d’arte, ma anche, e non tutti lo sanno, caricaturista e disegnatore e come lo ha definito qualcuno “uno dei personaggi più sommessi e straordinari di Firenze”. Giampiero Masieri, uno dei suoi colleghi de La Nazione ha scritto di lui quando è scomparso: “I colleghi anziani lo chiamavano Sisino, quelli di mezzo Tommaso, i più giovani dottor Paloscia. “La Nazione” aveva una sorella, minore ma non dimessa, “Nazione Sera”. Redattore capo, con il potere di fare e disfare, era Tommaso Paloscia, giornalista anzitutto, ma anche vignettista e non ultimo pittore.” Per me un babbo (anzi papà perché lui non era toscano e il termine babbo non gli era familiare) affettuoso e meraviglioso, non molto presente fisicamente perché al giornale aveva orari terribili, ma che mi teneva sulle ginocchia per farmi disegnare “Conchio”, come lo chiamavo io, ovvero Pinocchio.

E perché secondo lei si è innamorato di questo luogo? Cosa ha di tanto speciale Castagno? 

L’innamoramento per Castagno è venuto in seguito alla ricerca di un posto dove trascorrere le domeniche e parte delle ferie estive. Un suo collega, Fernando Chirici, gli suggerì questo posto perché anche lui aveva casa qui. Cominciammo venendo un’estate, come si faceva in tanti all’epoca (ed ero sì veramente una bambina) affittando una stanza in una casa del paese (credo anche di ricordarmi quale). Poi mio padre comprò un pezzetto di terra tanto per poter venire a fare dei pic-nic domenicali e poi infine la casa, che ancora è nostra, un po’ fuori paese. Castagno è un posto dell’anima e non solo degli occhi. Voglio dire che il paesino è delizioso ma per me è anche ricordi d’infanzia, quando si veniva su anche con mia nonna e si scaldavano i letti col ‘prete’ e io e lei si dormiva nello stesso lettino, una da capo e l’altra da piedi. Vuole dire l’odore delle ‘bruciate’ (o ‘fruciade’ come le chiamano qui), il puzzo di fumo del camino che non tirava, la nebbia appenninica, le giornate di pioggia chiusa in casa a leggere. In sostanza, odio e amore, odio soprattutto in inizio di adolescenza (13-14 anni) quando non mi piaceva venire su e avrei preferito restare a Firenze con gli amici.

Che rapporto esisteva in quegli anni tra il Museo, quindi l'arte, e gli abitanti del borgo?

Come in tutti i posti c’erano persone favorevoli a cui le iniziative piacevano e che si davano da fare per cercare di aiutare mio padre e l’Avvocato Buzio in tutte le loro richieste, ed altri che erano sostanzialmente indifferenti o addirittura contrari. Uno dei più grandi ‘sostenitori era Ildo il proprietario della bottega e poi del ristorante che metteva a tavola senza battere ciglio tutte le persone che mio padre portava a Castagno. E ovviamente la Pro-loco onnipresente organizzatrice di tutte queste attività, soprattutto nelle persone dei fratelli Romagnani (Aldo e Giovanni, il primo sempre superattivo e il secondo purtroppo scomparso troppo presto).

La via delle artiste donne a Castagno, con le sculture “La madre” di Chiara Coda e “L’unione” di Diana Baylon - Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

La via delle artiste donne a Castagno, con le sculture “La madre” di Chiara Coda e “L’unione” di Diana Baylon - Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

Domanda legata al tema principale della #MuseumWeek 2019: #WomenInCulture. Tra le opere che troviamo al Museo all'aperto di Castagno, ci sono alcune sculture firmate da due donne: Chiara Coda e Diana Baylon. Tutte le altre sono di artisti uomini. Cosa sa dirci di queste due artiste donne? 

Conoscevo piuttosto bene Diana Baylon, artista eclettica e internazionale con una personalità prorompente, mentre non so assolutamente niente di Chiara Coda, della quale non ho trovato traccia nemmeno nello sterminato archivio di Tommaso. Mi viene da pensare che avesse spontaneamente aderito ad una delle chiamate a correo che mio padre spesso lanciava alle mostre fiorentine chiedendo delle opere da esporre al Museo di Castagno. Altro non so e sarà difficile saperne di più a meno che non sia lei a farsi viva.

Ci confidi un segreto, se può. Qual è, tra tutte le opere del Museo, la sua preferita? O a quale si sente più legata? E perché?  

Sono molto legata ai due affreschi di Alinari e De Poli perché erano gli artisti più vicini a me di età e alle cui mostre andavo più volentieri. Allego (qui sotto) una foto di loro che dipingono le proprie opere nel 1975. Peccato che quella di Alinari sia veramente scomparsa perché il tempo non ha avuto pietà dei suoi acrilici. De Poli ha promesso che restaurerà la sua, speriamo.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Ci racconti ancora un ricordo, un momento particolare trascorso a Castagno in passato e che in qualche modo ha segnato la sua vita. 

Ricordi legati a Castagno ne ho tanti, difficile sceglierne uno. Ricordo con gioia i pranzi di tante persone (20-30) che la mamma (poverella!) organizzava alla Vigna (dove è casa nostra) in occasione delle vendemmie e delle ciliegiate. Dove c’erano amici sia miei che di mio padre e dove si stava in allegria a tavola dopo aver faticato a raccogliere uva o ciliegie (appunto) e non sempre col bel tempo. Dove ospiti immancabili erano Alfredo Fabbri (pittore pistoiese, autore di uno degli affreschi) e sua moglie Mary. In queste occasioni gli ospiti firmavano, e chi voleva faceva anche un disegno o scriveva un testo, una poesia, un quaderno a ricordo della bella giornata passata in compagnia. Ovviamente a casa ho ancora tutti questi quaderni e li guardo sempre con un po’ di nostalgia.

Riguardo il futuro invece, cosa immagina per il Museo all'aperto di Castagno?

Dipenderà da tante cose ovviamente ma mi piacerebbe poter continuare a portare opere al paese anche se ovviamente non ho il potere contrattuale di mio padre e mi dovrò basare solo su rapporti di amicizia. In ogni caso spero che si possano restaurare le opere esistenti in modo da renderle anche più durature.

Quali (o che tipo di) artisti contemporanei le piacerebbe invitare per ripristinare la tradizione avviata negli anni '70 da suo padre a Castagno, e quindi ricominciare ad arricchire e diffondere il Museo all'aperto?

Stavo pensando a portare su qualche opera di artiste che sono purtroppo poco rappresentate al Museo. Questo accade sia per ragioni storiche (nel senso che il numero di donne che lavora e lavorava, soprattutto all’epoca, nel settore artistico, era esiguo rispetto al numero dei collegi maschi) che forse anche per ragioni culturali legate proprio a mio padre - che non potrei definire un maschilista ma nemmeno un femminista sfegatato, e prediligeva i rapporti con gli artisti uomini. Vedremo cosa riuscirò a fare, ho qualche ideuzza…

Che lei sappia, esistono in Italia o nel Mondo, altri Borghi Musei come Castagno? Se sì, quali/dove?

Conosco sicuramente anche per esserci stata Lizzano (una frazione del comune di San Marcello Piteglio, nella provincia di Pistoia) dove ci sono degli affreschi sulle pareti delle case. Viene infatti chiamato il paese dei murales. Altri esempi non mi vengono in mente ma mi sembra che il Museo all’aperto di Castagno sia un’esperienza abbastanza unica.

Infine, un sogno nel cassetto: esprima un desiderio per Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia! 

Mah, soprattutto il desiderio e l’auspicio che non se ne perda memoria e che le opere esistenti vangano conservate al meglio. Se poi si riuscisse a incrementare il numero delle opere esposte sarebbe ovviamente anche meglio. Ci vorrebbe però che il paese riuscisse a riemergere da questa condizione di abbandono in cui sta versando da diversi anni non solo con iniziative ed eventi di tipo culturali come quelle che state portando avanti voi ma anche con attività, per esempio, di ristorazione. Chi arriva oggi a Castagno trova un paesino bellissimo ma senza nemmeno uno spazio dove prendere un caffè o mangiare un panino. Sarò prosaica ma credo che questo genere di attività ‘collaterali’ potrebbero aiutare molto la rinascita di un minuscolo paese come questo.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” (la pioggia non ci ha fermati!) - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” (la pioggia non ci ha fermati!) - Foto: Rachele Salvioli.

Castagno di Maggio 2019 - percorso lento "Il borgo museo" - FOTO

Qui il foto racconto del primo percorso lento “Il borgo museo” organizzato per la prima edizione di Castagno di Maggio, anno 2019!

GRAZIE di cuore a tutte le persone che hanno partecipato! Un grazie speciale a: le meravigliose guide Ilenia (CdP staff), Elena e Susanna (FAI giovani Pistoia); tutto il FAI giovani Pistoia per la preziosa collaborazione; Simonetta Paloscia, Enrico Bandelli e Fabio De Poli per le loro autentiche testimonianze; e poi il Comune di Pistoia per il sostegno a questa nostra programmazione di percorsi lenti tra arte e natura… Grazie a tutti! CdP staff & Pro Loco